Se una persona vive da sola, ha diritto al reddito di cittadinanza? E se sì, a quanto ammonta l’importo? Al netto delle novità introdotte dal Governo Meloni – come in molti già sanno, infatti, il sussidio è destinato a sparire – le regole relative al calcolo del reddito di cittadinanza rimangono oggi le stesse. L’assegno mensile, però, va definito tenendo conto del nucleo familiare e dei membri che lo compongono. Ma questo non vuol dire che chi non ha una famiglia è escluso.

Facciamo allora chiarezza.

Chi sono i beneficiari del reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza viene erogato ai nuclei familiari che risultano in possesso, cumulativamente e al momento della presentazione della domanda (nonché per tutta la durata dell’erogazione del beneficio), dei requisiti richiesti per ottenerlo e mantenerlo.

Il principio che sta alla base del riconoscimento è semplice: si tiene conto della situazione familiare del soggetto beneficiario. Pertanto, se vive in famiglia si terrà conto anche della condizione economica, personale e di salute dei soggetti conviventi che risultano senza lavoro o reddito. Dunque a carico del richiedente. Al contrario, il fatto di vivere da soli non determinerà l’esclusione del sussidio (semplicemente cambieranno i criteri di calcolo).

Requisiti soggettivi per richiedere il reddito di cittadinanza

In linea generale, il richiedente – per essere anche beneficiario – deve essere cittadino maggiorenne in una delle seguenti condizioni:

  • italiano o dell’Unione Europea;
  • cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, o apolide in possesso di analogo permesso;
  • cittadino di Paesi terzi familiare di cittadino italiano o comunitario, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente;
  • titolare di protezione internazionale.

È, inoltre, necessario essere residente in Italia per almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.

Requisiti economici per richiedere il reddito di cittadinanza

Ai requisiti soggettivi, sopra esposti, si aggiungono i requisiti economici (che devono essere posseduti da tutti i componenti del nucleo familiare, qualora ci siano, non solo dal richiedente).

Quindi, il nucleo familiare deve essere in possesso di:

  • ISEE inferiore a 9.360 euro (in presenza di minorenni, si considera l’ISEE per prestazioni rivolte ai minorenni);
  • patrimonio immobiliare in Italia e all’estero, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro;
  • patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro per il single, incrementato in base al numero dei componenti della famiglia (fino a 10.000 euro), alla presenza di più figli (1.000 euro in più per ogni figlio oltre il secondo) o di componenti con disabilità (5.000 euro in più per ogni componente con disabilità e euro 7.500 per ogni componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza);
  • reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui, moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza (pari ad 1 per il primo componente del nucleo familiare, incrementato di 0,4 per ogni ulteriore componente maggiorenne e di 0,2 per ogni ulteriore componente minorenne, fino ad un massimo di 2,1, ovvero fino ad un massimo di 2,2 nel caso in cui nel nucleo familiare siano presenti componenti in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, come definite ai fini dell’ISEE).

 Altri requisiti per l’accesso al reddito di cittadinanza

Per accedere a reddito di cittadinanza è inoltre necessario che nessun componente del nucleo familiare possieda:

  • autoveicoli immatricolati la prima volta nei 6 mesi antecedenti la richiesta, o autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc oppure motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati la prima volta nei 2 anni antecedenti (sono esclusi gli autoveicoli e i motoveicoli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità);
  • navi e imbarcazioni da diporto (art. 3, c.1, D.lgs. 171/2005).

Il richiedente, infine, non deve poi essere sottoposto a misura cautelare personale, anche adottata a seguito di convalida dell’arresto o del fermo, nonché esser stato condannato in via definitiva, nei dieci anni precedenti la richiesta, per specifici delitti previsti dal codice penale.

Reddito di cittadinanza: quanto spetta a chi vive solo e come calcolarlo

Il reddito di cittadinanza è composto da due diversi importi:

  • una somma è riconosciuta come integrazione del reddito familiare, fino alla soglia di 6.000 euro moltiplicati per la scala di equivalenza (7.560 euro per la Pensione di cittadinanza);
  • il secondo importo è invece destinato solo a chi è in affitto, incrementa il beneficio di un ammontare annuo pari al canone di locazione fino ad un massimo di 3.360 euro (1.800 euro per la Pensione di cittadinanza).

La principale differenza tra chi vive in famiglia e chi invece vive solo, come già anticipato, sta appunto nel calcolo del sussidio. L’ultima legge di bilancio, infatti, ha solo modificato la quota affitto, mentre ha mantenuto tutti gli altri importi previsti fino al 2022. In sostanza, questo vuol dire che il reddito di cittadinanza per i single, nel 2023, può raggiungere la soglia massima di 500 euro al mese, e non più i 780 euro che comprendevano in passato anche la quota affitto.

Gli importi massimo riconosciuti dal legislatore ai percettori del reddito di cittadinanza

Per fare ancora maggiore chiarezza, il legislatore ha previsto una “scala di equivalenza” per i percettori del reddito di cittadinanza, che tiene appunto conto dell’integrazione reddituale massima in base alla composizione familiare.

In particolare:

  • 1 adulto, scala di equivalenza 1, beneficio massimo annuale 6.000 euro (500 euro al mese);
  • 1 adulto e 1 minore, scala di equivalenza 1.2, beneficio massimo annuale 7.200 euro (600 euro al mese);
  • 2 adulti, scala di equivalenza 1.4, beneficio massimo annuale 8.400 euro (700 euro al mese);
  • 2 adulti e 1 minore, scala di equivalenza 1.6, beneficio massimo annuale 9.600 euro (800 euro al mese);
  • 2 adulti e 2 minori, scala di equivalenza 1.8, beneficio massimo annuale 10.800 euro (900 euro al mese);
  • 2 adulti e 3 minori, scala di equivalenza 2, beneficio massimo annuale 12.000 euro (1.000 euro al mese);
  • 3 adulti e 2 minori, scala di equivalenza 2.1, beneficio massimo annuale 12.600 euro (1050 euro al mese);
  • 4 adulti, scala di equivalenza 2.1, beneficio massimo annuale 12.600 euro (1050 euro al mese);
  • 4 adulti (o 3 adulti e 2 minori) tra cui una persona in condizione di disabilità grave o non autosufficiente, scala di equivalenza 2.2, beneficio massimo annuale 13.200 euro (1.100 euro al mese).

Come viene determinato l’ammontare spettante

La determinazione dell’ammontare del beneficio economico viene effettuata dall’INPS sulla base della dichiarazione ISEE e delle informazioni sui trattamenti erogati ai beneficiari del Reddito di cittadinanza.

In caso di variazione della composizione del nucleo familiare il beneficio economico sarà corrispondentemente rideterminato in base al nuovo numero dei componenti.

In presenza di rilevanti variazioni del reddito a seguito di eventi avversi (ad esempio, la perdita del posto di lavoro), può essere presentato l’ISEE corrente, che aggiorna il valore dell’indicatore ISEE prendendo a riferimento i redditi relativi ad un periodo di tempo più ravvicinato. La variazione della situazione lavorativa deve essere avvenuta nei 18 mesi precedenti la richiesta del Reddito di cittadinanza. In tale caso l’importo spettante terrà conto dei minori redditi percepiti dalla famiglia rispetto a quelli originariamente rilevati nell’ISEE. L’ISEE corrente ha validità due mesi, deve pertanto essere periodicamente rinnovato ai fini della prosecuzione dell’erogazione del beneficio.