“In generale, alle riunioni condominiali sono quasi sempre presenti quegli inquilini che non sono quasi mai presenti nella tua memoria, perché non si vedono mai in giro. O, se si vedono, ti salutano appena, frettolosi e schivi, mentre poi sbucano regolarmente alle riunioni condominiali rivelandosi come le persone più verbose, intransigenti e pignole”, affermava Antonio Amurri.

Le riunioni condominiali, d’altronde, sono note per essere spesso fonte di discussioni. Ognuno, infatti, può avere un’idea diversa da quella altrui, finendo spesso per riscontare delle serie difficoltà a riuscire a trovare un punto d’incontro e risolvere i vari problemi che affliggono l’immobile in cui si vive.

In tempi di cessione crediti e superbonus condomini la cosa si fa sempre più complessa.

A peggiorare la situazione i vari cambiamenti normativi. Quest’ultimi contribuiscono ad alimentare i dubbi in merito alle varie agevolazioni messe in campo dal governo e a cui un condominio potrebbe decidere di accedere. Ne sono un chiaro esempio i vari bonus edilizi, compreso il Superbonus, che fin dal loro esordio sono oggetto di critiche.

Perché ai condomini non è stato letto questo punto fondamentale sulla cessione che rischia di far saltare il Superbonus

I bonus edilizi sono utili a poter finalmente svolgere dei lavori al proprio immobile senza spendere cifre da capogiro. Diverse le agevolazioni disponibili, così come i cavilli tecnici e burocratici con cui dover fare i conti. Proprio in tale ambito è bene sapere che vi è un punto sulla cessione del credito che è stato da molti trascurato, ma che in realtà è molto importante. Questo perché se non si presta attenzione a tale particolare si rischia di perdere il diritto al Superbonus. Ma di quale si tratta?

Ebbene, si tratta del punto numero 5.3 della circolare numero 23/E del 23 giugno 2022, inerente le attività di controllo e i profili di responsabilità in tema di utilizzo dei crediti.

In base a quest’ultima, tra i “profili oggettivi e soggettivi dell’operazione di compravendita sintomatici della falsità del credito“, si annoverano i seguenti:

“(i) assenza di documentazione o palese contraddittorietà rispetto al riscontro documentale prodotto; (ii) incoerenza reddituale e patrimoniale tra il valore e l’oggetto dei lavori asseritamente eseguiti e il profilo dei committenti beneficiari delle agevolazioni in esame; (iii) sproporzione tra l’ammontare dei crediti ceduti ed il valore dell’unità immobiliare; (iv) incoerenza tra il valore del credito ceduto e il profilo finanziario e patrimoniale del soggetto cedente il credito qualora non primo beneficiario della detrazione; (v) anomalie nelle condizioni economiche applicate in sede di cessione dei crediti; (vi) mancata effettuazione dei lavori”.

Come è facile notare, tra i principi a cui prestare attenzione si annoverano quello della coerenza reddituale e della proporzione di valore. Due valori spesso trascurati, ma che in realtà sono fondamentali per non rischiare di finire nel mirino del Fisco e vedersi disconoscere il credito.