Per chi è nato negli anni 80 la pensione di vecchiaia sarà un miraggio. La legge prevede infatti che chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 andrà in pensione col sistema contributivo puro. Quindi i quarantenni di oggi.

Non solo, il requisito anagrafico attualmente previsto a 67 anni con almeno 20 anni di contributi versati salirà per effetto dell’aumento dell’aspettativa di vita. La riforma Fornero ha infatti agganciato l’età pensionabile a questa variabile.

La  pensione per i nati negli anni 80

A che età, quindi, potranno andare in pensione i nati negli anni 80.

Cioè coloro che oggi lavorano e hanno fra i 40 e 50 anni di età? Una domanda che è più che lecito porsi alla vigilia del dibattito parlamentare sulla riforma delle pensioni.

Ebbene per questa generazione l’uscita dal lavoro è possibile già a 64 anni di età con almeno 20 anni di contributi. Tuttavia, la Fornero mise un paletto di non poco conto e cioè quello di avere almeno una pensione pari a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale. A oggi, 1.280 euro.

Soglia raggiungibile comodamente oggi con almeno 35 anni di contributi versati e con pensione calcolata col sistema misto. Ma quasi impossibile da raggiungere per chi versa esclusivamente nel sistema contributivo puro con gli stessi anni di versamenti.

Solo chi potrà far valere una carriera lavorativa continua e con alti livelli di retribuzione potrà accedervi. Per tutti gli altri, cioè la maggior parte dei contribuenti, si dovrà guardare oltre.

Uscita dal lavoro dai 68 a 71 anni di età

Il secondo traguardo è appunto quello dell’età che ora è fissata a 67 anni (sempre con almeno 20 di contributi versati). Nel 2040-2050, però, l’uscita sarà molto probabilmente fissata a 68 anni. Non solo: bisognerà godere di una pensione pari almeno a 1,5 volte l’assegno sociale, cioè 690 euro di oggi.

Requisito raggiungibile per molti, ma non per tutti. Le simulazioni portano a concludere che per aver diritto a una pensione del genere bisognerà aver lavorato almeno 35 anni ininterrottamente con una retribuzione lorda pari a circa 1.500 euro (tasso di sostituzione pari al 50%).

Chi resterà fuori dovrà quindi attendere la veneranda età dei 71 anni, anche se il salto non è tassativo. Si potranno maturare i requisiti richiesti anche dopo i 68 anni e prima dei 71. Per costoro sarà inoltre sufficiente aver versato almeno 5 anni di contributi.