L’importo medio delle pensioni continua a calare. Nel 2021 le rendite liquidate rispetto al 2020 sono risultate inferiori del 1,7%, nonostante la rivalutazione avvenuta a seguito dell’inflazione. Un trend confermato anche negli anni precedenti.

I pensionati italiani hanno ricevuto in media 1.153 euro, rispetto ai 1.203 euro del 2020. Pochi euro di differenza, ma se si estende l’analisi ad anni addietro ci si accorge che l’importo medio delle pensioni è in calo da anni. Il potere di acquisto dei pensionati è quindi in graduale diminuzione.

Cala l’importo medio delle pensioni

A snocciolare le cifre è l’Inps nel suo consueto rapporto annuale sui flussi di pensionamento. Nel 2021 il totale delle pensioni liquidate dall’Istituto è stato di 877.724, per un importo medio mensile di 1.153 euro. Con differenze sostanziose tra le pensioni di vecchiaia (845 euro) e quelle anticipate (1.907 euro). In calo anche il numero di rendite liquidate in anticipo, diminuite del 18,21% (da 295.072 a 241.339) per effetto dell’esaurimento di Quota 100.

E questo avviene nonostante gli sasegni siano rivalutati ogni anno per effetto delle perequazione automatica che tiene conto delle variazioni dei dati dell’inflaizone comunicati dall’Istat. Per quest’anno, ad esempio, è atteso un incremento medio del 8,1% per le pensioni in pagamento.

Riguardo alle pensioni anticipate, il cui assegno è superiore in media a quello delle rendite ordinarie, per gli uomini l’importo medio è stato pari a 1.381 euro e per le donne pari a 976 euro. A contribuire all’allargamento del divario fra uomini e donne è stata in particolare Opzione Donna. Le rendite liquidate con questo sistema risultano mediamente inferiori ai mille euro al mese.

Perché diminuiscono gli importi degli assegni

Ma perché diminuiscono gli importi delle pensioni? Benché l’aumento dell’età di uscita dal lavoro e il numero dei beneficairi contribuisca a far salire la media, il motivo principale sta nel sistema di calcolo della rendita. Oltre che nella rivalutazione del montante contributivo legato all’andamento del Pil.

Come noto, oggi le pensioni sono per la maggior parte liquidate con il sistema di calcolo misto. Cioè in parte retributivo (più vantaggioso), per i contributi versati prima del 1996, e in parte contributivo, per quelli versati dopo tale anno. Ma ogni anno che passa, il peso del calcolo si sposta sempre più verso la parte contributiva. A oggi le pensioni italiane sono liquidate per il 70% nel regime contributivo e solo per il 30% in quello retributivo

Questo incide sull’importo liquidato della rendita. Quindi man mano che passano gli anni gli importi medi scendono. Nel 2035, quando il sistema contributivo sarà entrato a pieno regime, tutte le pensioni avranno importi medi ancora più bassi rispetto a quelli attuali.