Il lavoro consiste in qualsiasi cosa il corpo sia obbligato a fare… Giocare consiste in qualsiasi cosa che il corpo non sia obbligato a fare“, affermava Mark Twain. Il lavoro, però, non dovrebbe essere visto solamente come un obbligo. Bensì come un’importante fonte di reddito per ognuno di noi, grazie al quale poter ottenere il denaro necessario per pagare i vari beni e servizi di nostro interesse.

Solo puntando sul lavoro, d’altronde, si può favorire la ripresa economica di un Paese.

Lo sa bene il Governo Meloni che ha voluto apportare delle modifiche al reddito di cittadinanza, perché sembra scoraggiare la ricerca di lavoro. Ma cosa cambia a partire dal 2023? Ecco le ultime novità in merito.

Manovra 2023, come cambia il sussidio

La Legge di Bilancio 2023, così come riportato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, prevede l’inizio di un

“periodo transitorio verso l’abolizione del reddito di cittadinanza. Dal 1 gennaio 2023 alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) è riconosciuto il reddito nel limite massimo di 7 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili. È inoltre previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. In mancanza, il beneficio del reddito decade come nel caso in cui si rifiuti la prima offerta di lavoro”.

Puoi lavorare o no? La verità sul reddito di cittadinanza (che non dipende solo da questo)

Nel 2023, quindi, i percettori del reddito di cittadinanza potranno percepire tale sussidio per un periodo pari a massimo sette mesi. Fanno eccezione solamente i nuclei familiari con persone con disabilità, minorenni o over 60 che otterranno la ricarica per tutti e 12 i mesi dell’anno appena iniziato. Ne consegue che se una persona occupabile, ovvero con età compresa tra 18 e 59 anni, abile al lavoro, ha un minore a carico, non rischia di vedersi togliere il sussidio dopo sette mesi.

La situazione cambia se si tratta, ad esempio, di una famiglia con un solo componente che frequenta l’Università. Il soggetto in questione, infatti, non potrà richiedere il rinnovo del sussidio dopo aver ricevuto la settima ricarica nel corso del 2023. Una situazione, quest’ultima, che viene considerata un paradosso. Uno studente universitario regolarmente in corso, infatti, non deve sottoscrivere il Patto di lavoro con il centro per l’impiego perché secondo la normativa non può essere considerato occupabile.

Nonostante ciò, stando a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2023, a fine luglio non si vedrà riconoscere il reddito di cittadinanza. Ne consegue, quindi, che il reddito di cittadinanza non verrà tolto solo a chi può lavorare, ma anche a soggetti che, stando la normativa, sono considerati non occupabili.