La pensione nel 2024 è l’obbiettivo di molti lavoratori. E per tanti di loro è un obbiettivo ancorato per forza di cose alla riforma delle pensioni. Una riforma delle pensioni sempre più complicata da varare, anche se continuano le promesse, le proposte e le ipotesi di varie misura. Parliamo come sempre della nuova quota 41 per tutti per esempio, o della pensione flessibile a 62 anni, della pensione in due quota a suo tempo proposta dal Presidente dell’INPS Pasquale Tridico e così via dicendo.

Restano sempre tanti i vincoli e le limitazioni alla libertà di movimento del Governo. Ci sono i diktat della UE, poco propensa ad avallare riforma delle pensioni con pensionamenti anticipati rispetto alle regole odierne. E ci sono i vincoli di bilancio italiani, con le priorità che rischiano di essere altre e non le pensioni.

Ma ci saranno lavoratori che potranno uscire lo stesso nel 2024 e andare in pensione, e non solo quelli che nel 2024 completano i requisiti ordinari. Sono tanti i pensionati che ci chiedono se avranno diritto a sfruttare determinate misure nel 2024, anche senza una riforma del sistema che sia davvero profonda. C’è un particolare meccanismo che non va sottovalutato e che addolcisce la pillola se la riforma delle pensioni resterà al palo. Si chiama cristallizzazione del diritto. Ed è un fattore da considerare, anche perché con questo strumento molti lavoratori potranno godere della pensione, anche senza la tanto attesa ed agognata riforma delle pensioni.

Che cos’è la cristallizzazione del diritto alla pensione

Lo strumento della cristallizzazione del diritto altri non è che una salvaguardia che riguarda determinati soggetti e determinate pensioni. Infatti si tratta della salvaguardia che riguarda quanti, avendo maturato il diritto alla pensione durante il funzionamento della misura, non perdono il diritto a sfruttarla nel momento in cui la misura viene cessata dalle autorità competenti.

“Gentile redazione, sono una lavoratrice che nel 2024 si troverà a 61 anni di età e 40 anni di contributi versati.

Vorrei lasciare il lavoro l’anno venturo, perché finirà di pagare il mutuo nel 2023. Credo che potrei scegliere opzione donna, ma non sono invalida e nemmeno ho invalidi a carico. Che devo fare, devo licenziarmi oggi se è vero che opzione donna adesso non è più una misura libera per tutte? Credo che tra i requisiti ci sia anche la disoccupazione, è giusto?”

“Buonasera, mi chiamo Ernesto e sono un lavoratore di 64 anni di età appena compiuti. Il mio obbiettivo è stato sempre quello di raggiungere i 42 ani e 10 mesi per la pensione anticipata ordinaria. A giugno 2023 completo i 40 anni di contributi. Stando al mio progetto, dovrei lavorare ancora per qualche anno quindi. Ma non credo di avere più questa forza. E mi sento confuso dal fatto che purtroppo ho sbagliato a non sfruttare nel 2021 la quota 100 dal momento che a giugno 2021 avevo raggiunto i 38 anni di contributi. Poi, nel 2022 la quota 102 era diventata fuori portata per l’età, visto che servivano 64 anni. E adesso la quota 103 è fuori portata perché servono 41 anni di versamenti. Cosa posso fare se tutto resta così com’è oggi per uscire nel 2024?”

In pensione nel 2024, la certezza delle pensioni ordinarie

Inevitabile sottolineare che nel 2024 la certezza delle certezze è rappresentata dai pensionamenti ordinari. Infatti nulla ostacolerà chi è nato nel 1957 ed ha già 20 anni di contributi per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria. Infatti la pensione di vecchiaia si centra con 67 anni di età oggi ed anche nel 2024. E bastano come già detto, 20 anni di contributi. E se nel 2024 un lavoratore completa 42 anni e 10 mesi di contributi, o una lavoratrice completa 41 anni e 10 mesi di versamenti, senza limiti di età potranno lasciare il lavoro con la pensione anticipata ordinaria.

Il particolare caso di Opzione donna

Opzione donna è stata da poco rinnovata ma solo per 12 mesi.

In pratica, la misura resterà in vigore fino al 31 dicembre 2023. Salvo nuove ipotetiche proroghe. Il rinnovo della misura, con proroga annessa, ha prodotto delle novità. Rispetto a prima la misura è cambiata. Fino al 31 dicembre 2022, opzione donna consentiva la pensione alle lavoratrici dipendenti con 58 anni di età e 35 anni di contributi e alle autonome con 59 anni di età e 35 di contributi. In entrambi i casi e per entrambi i requisiti, la data entro cui completarli era il 31 dicembre 2021.

La nuova Opzione donna invece fa uscire tutte a 60 anni di età con 35 anni di contributi completati al 31 dicembre 2022. Ma solo se caregiver, invalide, disoccupate o lavoratrici assunte in aziende con tavoli di crisi da ricomporre già aperti. E se la lavoratrice ha avuto due o più figli, può uscire a 58 anni di età (sempre completati al 31 dicembre 2022. Con un solo figlio l’uscita passa a 59 anni di età minima.

Opzione donna e le pensioni cristallizzate

Opzione donna è una delle misure che rientrano tra quelle su cui vige la cristallizzazione del diritto. In pratica, chi ha maturato età e contributi entro le date prestabilite, potrà andare in pensione anche nel 2024. A prescindere che il governo proroghi ancora la misura. E a prescindere che il Governo vari una riforma delle pensioni. E molto cambia in base alla data di maturazione dei requisiti. Perché chi ha completato entro il 31 dicembre 2021 quelli della vecchia versione di Opzione donna, non dovrà fare i conti nel 2024 con le novità.

Niente collegamento della misura con i figli avuti e soprattutto niente limiti di platea. Anche chi non è disoccupata, invalida e così via dicendo, se aveva 58 anni di età e 35 anni di contributi già il 31 dicembre 2021, potrà andare in pensione con opzione donna. L’unico limite sarà l’essere una lavoratrice dipendente e non una lavoratrice autonoma, visto che per quest’ultima servivano 59 anni di età.

Anche le misure per quotisti fruibili nel 2024

Stando a oggi, nel 2024 anche la quota 103 sparirà come in questi anni sono sparite la quota 100 e la quota 102.

Senza proroghe o senza nuove misure, cioè senza una riforma delle pensioni, le misure per quotisti rischiano di diventare solo un ricordo. Ma non per chi i requisiti li ha completati in data utile. Perché di quota 100, quota 102 o quota 103, si sentirà ancora parlare per chi chiederà il vantaggio della cristallizzazione del diritto.

Chi aveva completato 62 anni di età e 28 anni di contributi nel 2021, potrà usare quota 100 anche nel 2024. Naturalmente si troverà a 65 anni di età, e probabilmente avrà messo altri 3 anni di lavoro ai già raggiunti 38. Fatto sta che potrà accedere alla pensione con la quota 100. Come potranno accedere alla quota 102 quanti al 31 dicembre 2022 avevano già 64 anni di età e 38 anni di contributi. E stesso ragionamento si farà con la quota 103, che prevede oggi l’uscita per chi raggiunge entro il 31 dicembre prossimo, 62 anni di età e 41 anni di contributi.