La decisione di dare le dimissioni può dipendere da diversi motivi personali o professionali: trasferimento, cambio vita oppure aver trovato un lavoro più stimolante o remunerativo etc. Qualunque sia la causa che spinge un lavoratore a dimettersi ci sono però 5 errori da non fare. A stilare le regole per chi sta per lasciare il lavoro è Hays, società che opera nel recruitment specializzato spiegando che alla base della gestione di questa fase delicata del rapporto lavorativo deve esserci in primis buon senso.

  1. Non dare il preavviso

I contratti, salvo qualche eccezione rara, prevedono un adeguato preavviso per le dimissioni. Ma aldilà dei doveri scritti è sicuramente consigliabile anticipare verbalmente al capo la volontà di licenziarsi motivando con educazione e rispetto la propria decisione e confermando la propria disponibilità a supportare la risorsa scelta per la sostituzione durante l’inserimento e il passaggio di consegne.

  1. Notifica delle dimissioni online

Passiamo poi all’aspetto formale d’obbligo, ovvero la notifica delle dimissioni online. Non bisogna sottovalutare la valenza della lettera  di dimissioni dal punto di vista legale.

  1. Perdere professionalità

Spesso l’ultimo mese di lavoro è il più stressante, soprattutto se le dimissioni non vengono accettate facilmente. Non bisogna cadere nell’errore di non essere professionali fino alla fine.

  1. Fare commenti negativi sull’azienda e i colleghi

Se anche la motivazione delle dimissioni dovesse essere dettata, in tutto o in parte, dalle condizioni di lavoro, non è rispettoso togliersi tutti i sassolini dalle scarpe nell’ultimo mese di contratto (e peraltro è anche poco furbo se si resta a lavorare nel settore).

  1. I saluti

E’ arrivato l’ultimo giorno di lavoro? E’ una buona abitudine mandare una email di saluto e ringraziamenti a colleghi e clienti o fornitori per congedarsi