Chi oggi riesce ad orientarsi nella normativa che regola il superbonus e la cessione del credito è un vero eroe.

Ormai anche i consulenti più esperti si perdono nei meandri fatti di articoli e documenti di prassi che si sono succeduti nel tempo a regolamentare questa potenziata detrazione fiscale. Solo nel 2022 possiamo contare circa 10 interventi legislativi.

Un beneficio che era nato con tutti i buoni intenti ma che poi si è perso per strada. Le truffe scovate dallo Stato sono state tante e tante, tali da indurre il legislatore ad adottare provvedimenti anti frode.

Cessione del credito, uno strumento mai decollato

La cessione del credito e lo sconto in fattura sono (anzi erano) un ottimo strumento per permettere a chi non avesse liquidità di fare i lavori sulla casa. Lo sconto addirittura è un’operazione che consente di non anticipare (in tutto o in parte) soldi all’impresa esecutrice delle opere.

Diverso il caso della cessione del credito. Se la detrazione è ceduta all’impresa stessa è probabile che non si devono anticipare soldi. Laddove, invece, la cessione deve avvenire verso un soggetto terzo (ad esempio una banca) allora bisognerà prima pagare le fatture all’impresa e poi procedere all’operazione verso la banca.

Ma le banche oggi non accettano più operazioni di questo tipo. Sono pochissime quelle rimaste. Il motivo del blocco è da ricercare proprio nelle limitazioni che il legislatore ha deciso di imporre nel campo della cessione. Inoltre, bisogna fare i conti con le responsabilità da assumersi nel caso in cui il cedente si renda colpevole di truffa.

I 5 passaggi

Nemmeno gli ultimi tentativi di sbloccare la cessione del credito consentendo il quinto passaggio sembrano aver smosso la situazione. Le cose sono ancora in stallo.

Proprio con riferimento ai possibili passaggi, a seguito delle ultime novità previste con il decreto Aiuti quater, questa è la situazione:

  • il committente (ossia chi deve fare i lavori sulla propria casa) può, in luogo della detrazione fiscale, optare per la cessione del credito (o sconto in fattura). La cessione del credito può essere fatta verso un qualsiasi soggetto (inclusa anche l’impresa che fa i lavori) – primo passaggio
  • chi ha acquisito il credito dalla prima cessione, a sua volta può utilizzarlo in compensazione o cederlo ulteriormente ma solo verso un soggetto vigilato (banca, assicurazione o società finanziaria autorizzata) – secondo passaggio
  • successivamente, chi acquisisce il credito proveniente dalla seconda cessione può a sua volta utilizzarlo in compensazione oppure effettuare una sola cessione a un altro soggetto vigilato (banca, assicurazione o società finanziaria autorizzata) – terzo passaggio
  • chi acquisisce il credito proveniente dal terzo passaggio può a sua volta utilizzarlo in compensazione oppure effettuare una sola cessione a un altro soggetto vigilato (banca, assicurazione o società finanziaria autorizzata) – quarto passaggio.

Infine, chi acquisisce il credito dalla quarta cessione non potrà ulteriormente cederlo (ma solo utilizzarlo in compensazione. Quindi, la cessione del credito si ferma. Tuttavia, laddove chi acquista il credito dalla quarta cessione è una banca, questa potrà ulteriormente cederlo (dunque, quinto passaggio) ma solo verso soggetti professionali e con partita IVA che siano propri correntisti.

Dalle Regioni la speranza per la cessione del credito

Si intuisce che una situazione di questo genere con tutte queste limitazioni rappresenta un freno all’operazione.

A tutto ciò si aggiunge anche l’Europa, che per il 2030 vuole case tutte green. E il governo del nostro Paese deve fare qualcosa per incentivare gli italiani a ristrutturare casa. Ci vogliono nuove risorse da mettere in campo, e casomai anche da destinare allo sblocco della cessione del credito.

Qualche flebile speranza è giunta dagli enti locali. Ci sono diverse Regioni italiane disposte ad acquistare i crediti.