Quello dei call center è un settore lavorativo particolare in cui il rischio di abusi, per i lavoratori e gli utenti, è più alto della media. Dopo le prime multe per i centralini che si affidano solamente a registrazioni guidate (costringendo il cliente al telefono a selezionare infinitamente opzioni senza riuscire a sentire la voce umana di un operatore) arrivano anche le prime sanzioni ad aziende che delocalizzano i call center all’estero senza previa comunicazione ai clienti. Il ministero dello Sviluppo economico ha già sanzionato le prime 17 aziende: nella lista compagnie aeree e banche.

Altrettante hanno ricevuto diffida. I controlli del ministero vengono eseguiti a tappeto con simulazioni di telefonate: non è raro che a rispondere sia un operatore di call center straniero che lavora dall’estero nei Paesi extracomunitari, India in primis ma anche in Albania e in generale negli Stati in cui la manodopera ha un costo inferiore.

Non solo: da aprile 2017 le multe per i call center all’estero, delocalizzati senza alcun preavviso, potrebbero diventare più frequenti per via di un irrigidimento della disciplina previsto dalla Legge di Bilancio. La nuova normativa imporrà alle aziende di comunicare in via preliminare sul Paese in cui l’operatore è fisicamente collocato e di mettere a disposizione un operatore dall’Italia, o da un altro Paese dell’Unione europea, al fine di garantire l’ “immediata disponibilità nell’ambito della medesima chiamata”. La nuova legge prevede una sanzione di 50 mila euro a giornata.