Entro il 28 febbraio 2023 bisognava inviare all’Agenzia delle Entrate l’autodichiarazione per godere del bonus IMU. L’invio doveva essere fatto tramite i servizi telematici dell’Agenzia stessa. Ci riferiamo al credito d’imposta pari al 50% dell’importo pagato come secondo acconto IMU dovuto nell’anno 2021.

Ammessi al beneficio sono le imprese del settore turistico, inclusi:

  • agriturismi
  • imprese che gestiscono strutture ricettive all’aria aperta
  • imprese del comparto fieristico e congressuale
  • complessi termali
  • parchi tematici, compresi i parchi acquatici e faunistici.

I requisiti

Per avere il bonus IMU, occorre che siano rispettati alcuni requisiti.

In primis è richiesto il calo di fatturato. In dettaglio l’impresa richiedente deve aver registrato una diminuzione di fatturato o dei corrispettivi nel secondo trimestre 2021, di almeno il 50% rispetto al secondo trimestre del 2019.

Il credito d’imposta matura a fronte dell’IMU (secondo acconto 2021) pagata sul fabbricati di categoria catastale D/2 ed è richiesto che il proprietario dell’immobile sia anche il gestore dell’attività.

Come detto, per averlo bisognava inviare all’Agenzia delle Entrate un modello di autodichiarazione. Con tale modello il richiedente autocertificava il rispetto dei limiti e delle condizioni previsti dalla Comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863 final. “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19”.

L’adempimento era da farsi entro il 28 febbraio 2023. Ora bisogna attendere che l’Agenzia Entrate riconosca il credito. Un credito che potrà essere utilizzato solo in compensazione nel Modello F24 a partire dal giorno successivo a quando le Entrate ne comunicano il riconoscimento.

Chi può ancora chiedere il bonus IMU tramite PEC

L’Agenzia delle Entrate, con una FAQ pubblicata sul proprio sito ha chiarito che dopo il 28 febbraio 2023 si potrà ancora presentare l’autodichiarazione per avere il bonus IMU. Tale possibilità però è riservata solo a coloro che hanno presentato l’autodichiarazione entro il 28 febbraio ma hanno ottenuto dal sistema web una ricevuta di diniego.

La stessa Agenzia Entrate individua le casistiche in cui ciò è ammesso. Si tratta ad esempio dei seguenti casi particolari:

  • imprese aderenti al regime forfetario o comunque non tenute alla presentazione di dichiarazioni o comunicazioni periodiche IVA, per le quali il calo del fatturato non è desumibile dai dati presenti in Anagrafe tributaria;
  • possesso dell’immobile non a titolo di proprietà ma di locazione finanziaria;
  • versamento a titolo di seconda rata dell’anno 2021 dell’IMU dopo il termine di scadenza, mediante ravvedimento operoso;
  • incongruenza tra i dati catastali dell’immobile inseriti nell’autodichiarazione e quelli presenti in Anagrafe tributaria (es. mancato aggiornamento di una variazione catastale).

Come preparare la PEC da inviare per non perdere il bonus IMU

In tali ipotesi il modello di autodichiarazione può essere trasmesso mediante PEC all’indirizzo [email protected]

Il modello deve essere firmato digitalmente dal beneficiario e nell’oggetto del messaggio occorre riportare la dicitura “Diniego del credito in favore di imprese turistiche per i canoni di locazione di immobili” e il codice fiscale del beneficiario stesso.

Se il richiedente non ha la firma digitale, può firmare il modello e vi allega una copia del documento di riconoscimento.

In ogni caso, nel testo del messaggio bisogna indicare il motivo per il quale si chiede l’acquisizione dell’autodichiarazione con PEC e deve essere allegata anche la ricevuta di scarto rilasciata dal sistema.