A fronte di aumenti delle pensioni nel 2022, alcuni soggetti rischiano tagli e addirittura dimezzamenti degli importi. Si tratta di casi particolari, ma comunque esistenti.

Il riferimento a tal proposito è alle pensioni sociali, più correttamente definite assegni sociali poiché si tratta di sussidi economici erogati in assenza di contributi sufficienti per ottenere la pensione. Dunque, prestazioni meramente assistenziali.

Pensioni, ecco quelle a rischio

L’assegno sociale (468 euro al mese per il 2022) è riconosciuto ai cittadini italiani che: abbiano compiuto 67 anni di età, risiedano effettivamente e abitualmente in Italia possiedano redditi di importo inferiore ai limiti previsti dalla legge.

Il punto è proprio questo: i limiti reddituali delle pensioni. Se si sconfinano determinate soglie, l’assegno sociale viene sospeso dall’Inps. Per legge, l’importo spetta in misura piena solo se l’interessato (e l’eventuale coniuge) non hanno redditi. In presenza di redditi, l’assegno si riduce (sottraendo, cioè, il reddito percepito dall’assegno mensile), sino alle seguenti soglie:

  • per i non coniugati il reddito 2021 non può superare 5.983,64 euro all’anno;
  • per i coniugati il reddito 2021 non può superare 11.967,28 euro all’anno.

Detti redditi devono essere comunicati periodicamente all’Inps che determinerà quindi come e quando ridurre l’importo. In assenza di comunicazione, l’Inps verificherà annualmente i redditi del beneficiario e agirà di conseguenza sull’assegno.

Ma quali sono i redditi da dichiarare? In generale si tratta di tutti i redditi assoggettabili all’ Irpef, al netto dell’imposizione fiscale e contributiva. Oltre ai redditi soggetti a imposte sostitutive (fondi, azioni, obbligazioni, libretti di risparmio, conti, polizze vita), terreni e fabbricati, altre pensioni e rendite Inail.

La riduzione del 50%

La pensione sociale può anche subire una riduzione del 50% se il beneficiario è ricoverato in case di cura o in ospedale con spese a totale carico dello Stato.

Se la retta versata dal pensionato è pari a meno della metà dell’assegno, l’importo dello stesso diminuisce di un quarto.

Mentre se l’ammontare della retta prevede una spesa superiore al 50% dell’assegno, il pensionato non subisce alcun taglio.