Sempre più difficile per gli italiani l’acquisto di casa, ma una mano la dà comunque il Fisco con l’agevolazione prima casa e il nuovo contratto rent to buy.

 Acquisto casa: servono 5,8 anni di stipendio

Per l’acquisto di casa servono in media 5,8 anni di stipendio e se anche tutti i soldi che ogni italiano guadagna fossero destinati esclusivamente al mattone e a nessun altro scopo, ci vorrebbe ancora un bel po’ per coronare il sogno di acquistare un appartamento, nemmeno troppo grande, di 65 metri quadri.

 Eppure i prezzi stanno scendendo e ad evidenziarlo è anche l’ultimo studio di Tecnocasa che, rispetto al 2013, rileva nella prima parte del 2014 una leggera diminuzione del numero di buste paga necessarie per procedere ad un rogito dal notaio. Tuttavia a parte questi dati negativi, si ricorda che il Fisco aiuta i contribuenti che vogliono acquistare casa con due importanti agevolazioni.

 Agevolazione prima casa: di cosa si tratta

In primo luogo l’agevolazione prima casa comporta il trasferimento di un immobile, soggetto a differenti imposte, che gravano sempre su chi lo acquista, ma che variano a seconda del soggetto venditore, se impresa o privato. Così si distingue:  

  • acquisto casa da una impresa: IVA al 4% e imposte ipotecaria e catastale
  •  acquisto casa da privato: imposta di registro e  imposte ipotecaria e catastale.

In particolare dal 1 gennaio 2014 le misure delle imposte sono:

  •  imposta di registro ridotta al  2%,
  • imposte ipotecaria e catastale fisse e stabilite  nella seguente misura di 50 euro in caso di trasferimento soggetto a imposta di registro e 200 euro (in sostituzione di € 168,00), in caso di trasferimento soggetto a IVA.

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 Rent to buy: affitto con riscatto

Oltre all’agevolazione prima casa, il Fisco ha disciplinato recentemente con il decreto sblocca Italia, ilcontratto “rent to buy”, un nuovo tipo di contratto in cui si fondono un contratto di locazione e un preliminare di vendita di un immobile.

Significa che il proprietario consegna fin da subito l’immobile al conduttore-futuro acquirente, il quale paga il canone; dopo un certo periodo di tempo il conduttore può decidere se acquistare il bene, detraendo dal prezzo una parte dei canoni pagati. Così, il Consiglio Nazionale del Notariato con un vademecum pubblicato on line ha fornito un esempio di affitto con riscatto: si consideri la vendita di un appartamento per il prezzo di 100.000 euro. Il canone mensile è convenuto in 1.000 euro mensili. Una parte di questo prezzo, ad esempio 500 euro, viene dato per il godimento del bene, come se fosse un normale affitto. E questa parte si “perde”, proprio come in una normale locazione. Il residuo, cioè i 500 euro mancanti, si imputano al prezzo (cioè sono come un acconto sul prezzo di vendita), per cui hanno come effetto quello di ridurre il prezzo finale di vendita. Se dopo 5 anni il conduttore deciderà di acquistare il bene non dovrà pagare 100.000 euro, ma 70.000 euro, perché 30.000 sono già stati pagati con parte dei canoni. [fumettoforumright] APPROFONDISCI Sblocca Italia, affitto con riscatto: ecco di cosa si tratta Affitto con riscatto: dalla locazione alla vendita, come funziona e limiti