8 X 1000 Irpef allo Stato o alla Chiesa? E’ la domanda che si pongono in molti con l’apertura della campagna della dichiarazione dei redditi e che, all’ombra dell’emergenza nazionale coronavirus, potrebbe influire sulla scelta.

Come noto l’8 x 1000 è la percentuale dell’imposta sui redditi delle persone fisiche che è possibile destinare allo Stato o a una confessione religiosa attraverso la dichiarazione dei redditi. Le somme raccolte attraverso l’otto per mille dovranno essere utilizzate dai beneficiari per le finalità definite dalla legge.

Quanto vale l’8 x 1000

Nel mezzo della crisi economica che stiamo attraversando, molti contribuenti stanno pensando di destinare l’8 x 1000 allo Stato che sta sostenendo un immane sforzo finanziario a sostegno della popolazione. Generalmente il gettito fiscale supera ogni anno 1,2 miliardi di euro, ma solo il 14% viene raccolto dallo Stato (meno di 180 milioni), mentre il resto finisce nelle casse delle confessioni religiose, soprattutto della Chiesa Cattolica, per circa 1 miliardo di euro. Si tratta di somme ingenti delle quali spesso si perde ogni traccia e lo Stato non fa alcuna pubblicità per accaparrarsi il generoso contributo. Per legge lo Stato deve destinare le somme raccolte per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali , e ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica. Ma a tutti gli effetti, dai riscontri della Corte dei Conti, questi soldi finiscono spesso nel calderone delle spese generali per finalità diverse.

1 miliardo di euro alla Chiesa, solo 180 milioni allo Stato

Non che la Chiesa Cattolica sia differente in questo perché i soldi raccolti dal 8 x 1000 dovrebbero servire per esigenze di culto della popolazione, sostentamento del clero, interventi caritativi a favore della collettività nazionale o di paesi in via di sviluppo, ma spesso se ne perde traccia.

Unica differenza rispetto allo Stato italiano è che i contributi Irpef ammontano a 1 miliardo di euro, e rappresentano un gettito di oltre 5 volte superiore a quello raccolto dallo Stato. Soldi che potrebbero servire oggi per tamponare l’emergenza fiscale che il governo Conte sta fronteggiando e che non mancherà di lasciare ai contribuenti italiani e ai posteri un debito pubblico più alto rispetto al passato. Non solo, se tutti i contribuenti optassero per la destinazione del 8 x 1000 in fase di dichiarazione dei redditi, la cifra sarebbe molto superiore, visto che quasi la metà non effettua una scelta di destinazione Irpef.

L’iniziativa del Uaar

L’appello a destinare l’8 x 1000 allo Stato anziché alle confessioni religiose per quest’anno, arriva soprattutto dal Uaar, l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, che lo scorso 14 aprile 2020 aveva lanciato una campagna informativa per far sì che più di 1 miliardo di euro l’anno resti allo Stato e venga usato per ricerca e sanità, senza sborsare un euro in più di tasse. La petizione che si svolge su web, non è la prima iniziativa dell’associazione per far fronte all’emergenza coronavirus e mira a sensibilizzare i contribuenti a dirottare importanti risorse finanziarie a un settore, quello della sanità pubblica, che è stato profondamente colpito dall’emergenza sanitaria e, più di tutti in questo momento, ha bisogno di risorse. “Le nostre richieste – spiega il segretario dell’Uaar, Roberto Grendenepartono dalla situazione emergenziale che stiamo vivendo ma si fondano sull’assunto che l’istituto dell’8 × 1000 non ha ragion d’essere in un paese sempre più secolarizzato, che ufficialmente si dice laico e soprattutto che versa in difficilissime condizioni. Quanti problemi si potrebbero risolvere con più di un miliardo di euro in più all’anno in materia di calamità naturali, edilizia scolastica, welfare eccetera?”.