L’età pensionabile è quel requisito anagrafico a partire dal quale il sistema previdenziale italiano consente ai contribuenti di andare in pensione, purché abbiano raggiunto la quota minima di contribuzione, pari a 20 anni. Su questo limite anagrafico si discute molto, perché soggetto a un progressivo inasprimento collegato all’aspettativa di vita della popolazione.
Dal 2027 è previsto un aumento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, con un mese in più. Dal 2028 l’aumento sarà di altri due mesi, portando il requisito a 67 anni e 3 mesi. E ogni biennio, se la speranza di vita degli italiani continuerà a salire, cresceranno anche i requisiti anagrafici.
Esistono però soluzioni che consentono di anticipare l’età di uscita, pur restando nell’ambito della pensione di vecchiaia, quindi quella accessibile con 20 anni di contributi. Queste possibilità riguardano soprattutto chi ha iniziato a lavorare e versare contributi dopo il 1995, cioè i contributivi puri. Per loro esistono almeno due diversi vantaggi: uno legato a una misura previdenziale dedicata esclusivamente a loro, l’altro riservato alle donne che hanno avuto figli e che possono anticipare ulteriormente l’accesso alla pensione.
Età pensionabile: per la pensione non tutti devono aspettare i 67 anni, ecco perché si esce prima
Anticipare la pensione di vecchiaia è possibile per chi ha cominciato a versare contributi dopo il 1995. I cosiddetti nuovi iscritti o contributivi puri possono andare in pensione già a 64 anni con 20 anni di contributi versati. L’unico requisito aggiuntivo è che l’importo della pensione sia pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale.
Questa misura si chiama pensione anticipata contributiva e può essere sfruttata solo dai contributivi puri, a patto di raggiungere la soglia economica richiesta.
Per le lavoratrici, tuttavia, è previsto un sconto sull’importo soglia: non serve raggiungere 3 volte l’assegno sociale, ma:
- 2,8 volte con un figlio;
- 2,6 volte con due o più figli.
I vantaggi delle donne nuove iscritte sulle pensioni di vecchiaia
Per le donne i vantaggi non si limitano alla pensione anticipata contributiva. Possono infatti ridurre l’età di uscita anche dalla pensione di vecchiaia ordinaria, in base al numero di figli avuti.
Lo sconto è pari a 4 mesi per ciascun figlio, fino a un massimo di 16 mesi. Ciò significa che una donna con primo contributo versato dopo il 1995 può andare in pensione anticipando l’età ordinaria:
- 1 figlio → 66 anni e 8 mesi
- 2 figli → 66 anni e 4 mesi
- 3 figli → 66 anni
- 4 o più figli → 65 anni e 8 mesi
Il requisito contributivo resta invariato: 20 anni.
L’età pensionabile e le pensioni anticipate contributive
Gli stessi sconti valgono anche per la pensione anticipata contributiva a 64 anni. Le lavoratrici madri possono anticipare ulteriormente l’uscita:
- 1 figlio → 63 anni e 8 mesi
- 2 figli → 63 anni e 4 mesi
- 3 figli → 60 anni
- 4 o più figli → 62 anni e 8 mesi
Si tratta di vantaggi rilevanti riservati esclusivamente ai contributivi puri, perché tutte queste agevolazioni non si applicano a chi ha anche un solo contributo versato prima del 1° gennaio 1996. Per questi soggetti, l’età pensionabile resta quella ordinaria prevista dalle normative vigenti.
