Ripetiamo tutti insieme: il trading online non è un gioco. Scommettere su un asset non è come lanciare i dadi alla roulette puntando sul rosso o sul nero. La definizione che il portavoce del premier, Rocco Casalino, ha dato della presunta patologia nella quale sarebbe incappato l’ex compagno (“ludopatia”) non corrisponde alla realtà di questo mondo, in cui semmai esistono numerosi trader improvvisati o che pensano di sbarcare il lunario con qualche clic al giorno.

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L’avanzamento tecnologico consente ormai a tutti di investire sui mercati finanziari con estrema rapidità e facilità di accesso.

Basta scaricare un’app sul telefonino per operare su azioni, obbligazioni, tassi di cambio, materie prime, etc. A molti di noi sarà capitato anche di ricevere diverse chiamate da operatori di questa o quella piattaforma online, che ci sollecitano ad aprirci un conto con la prospettiva di facili guadagni. Lasciate perdere. Quand’anche voleste cimentarvi con il trading, l’ultima cosa da fare sarebbe abboccare a queste telefonate.

Poiché il trading online è qualcosa di estremamente serio – chiedete a chi ci ha perso molti quattrini per credere! – vi servirebbe un periodo di rodaggio prima di buttarvici a capofitto. E sempre che possediate gli strumenti cognitivi per operare, vale a dire che abbiate una idea non vaga della macroeconomia e del suo impatto sui mercati finanziari, che conosciate anche le forze che influenzano i movimenti dei prezzi e la loro direzione. Senza, vi consigliamo vivamente di darvi alla briscola.

L’importanza di un conto demo per principianti

Per farvi le ossa, quasi tutte le piattaforme di trading vi consentono oggi di aprire un conto demo, così chiamato perché sta per “dimostrativo”, vale a dire che non si tratta di un conto reale, bensì una simulazione per darvi l’opportunità di fare pratica con il sito e le sue funzionalità.

E guardate che anche i trader più esperti potrebbero trovarsi in difficoltà nel passare da un sito all’altro per le implicazioni pratiche che ciò spesso comporta. In pratica, troverete accreditati tot euro virtuali con cui iniziare a “scommettere” sui mercati, acquistando o vendendo titoli o “commodities”.

Questi conti hanno generalmente durata illimitata e vi suggeriamo di aprirne almeno uno se siete poco pratici di trading. Di fatto, sarà come se operaste con denaro vero, ma non è così. Il rischio di questi strumenti risiede nell’impulso a passare a un conto reale non appena avrete, magari per pura fortuna, realizzato qualche guadagno. Vi sentirete così pronti da potervi permettere di investire soldi veri. Invece, se siete intelligente e razionali dovete mostrarvi capaci di tenere a bada tale pulsione fino a quando non avrete appreso tutti i rudimenti operativi del trading.

Anzitutto, dovreste imparare a fare conoscenza con la parola “leva”. Essa consiste nell’investire su un asset, puntando solo una minima percentuale del denaro necessario. Ad esempio, volete comprare 100 azioni Apple a 380 dollari ciascuna, ma per farlo la piattaforma vi chiede di depositare sul conto solo 3.800 dollari, anziché i 38.000 occorrenti. Il resto della somma potreste così investirlo per operare su altri asset. Insomma, la leva vi libera risorse. Bello, vero? Se non fosse che vi esporrete ugualmente per l’intera somma investita, cioè sui 38.000 dollari. Questo significa che se per caso Apple perde in borsa il 10%, la vostra perdita sarà pari a tutto il margine depositato e se non lo ricostituite (“margin call”), la piattaforma è costretta a chiudere l’operazione, per cui avrete perso tutto.

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Funzioni basilari da apprendere con un conto demo

Per questo, alcune funzioni basilari con il conto demo dovrebbero diventare per voi pane quotidiano.

Lo “stop loss” vi consente di fissare un prezzo, raggiunto il quale l’operazione viene chiusa, così da limitare le perdite massime possibili. Nell’esempio di cui sopra, se impostate a 370 dollari, non perdereste più del 2,6% dell’investimento, pari al 26% del margine depositato. Occhio a non essere troppo rigidi, altrimenti basterebbero variazioni negative di scarsa entità per chiudere l’operazione, infliggendovi una perdita assai probabile e non consentendovi di approfittare di un ipotetico rimbalzo per realizzare qualche guadagno o almeno per limitare le perdite.

Il “take profit” è un po’ l’operazione inversa, vale a dire l’impostazione della funzione per cui al raggiungimento di un dato prezzo l’investimento viene chiuso per consentirvi di realizzare i guadagni. Tornando all’esempio, se fissate a 400 dollari, quando le azioni Apple raggiungeranno quel prezzo la piattaforma automaticamente venderà i 100 titoli in portafoglio e voi realizzerete un guadagno di circa il 5,3%.

Il “limit order” vi consente di comprare e vendere senza la necessità di stare a seguire l’andamento di un asset tutto il giorno. Con esso, fisserete il prezzo massimo a cui siete disposti a comprare e quello minimo a cui siete disposti a vendere.

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Analisi tecnica di aiuto, ma non infallibile

Potete, poi, anche scommettere al ribasso (“short selling”), nel caso in cui prevediate che il prezzo di un asset sia destinato a scendere. Trattasi di una tecnica molto diffusa sui mercati e che al contempo richiede più coraggio del solito, perché le perdite potenziali massime risulterebbero illimitate, nel caso in cui i prezzi si muovessero nella direzione non auspicata. Questo, perché venderete un asset senza possederlo materialmente (vendita nuda o “naked”) o prendendolo a prestito da un broker, impegnandovi a consegnarlo rispettivamente all’acquirente o al broker entro un determinato lasso di tempo. La vostra scommessa è che lo acquisterete più tardi a prezzi inferiori, per cui realizzereste un guadagno, avendolo già venduto a prezzi più alti.

Se, però, il prezzo salisse senza sosta, rischiereste di perdere anche più del 100% dell’incasso iniziale, a meno che non accettaste il fato avverso e, a un certo punto, iniziaste a comprare lo stesso per non dissanguarvi oltre.

Non ultimo, attenzione ai grafici. Le piattaforme ve li mettono quasi sempre a disposizione per un’analisi tecnica da effettuare in autonomia o vi forniscono esse stesse le loro analisi per facilitarvi il lavoro. Un aiuto, certo, ma che non deve essere confuso con previsioni sicure. Nessuno sa con esattezza in che direzione si muoveranno i mercati da qui a tot secondi, minuti, giorni, mesi o anni. Se così fosse, nessuno guadagnerebbe mai, perché tutti saprebbero quando vendere e comprare ai prezzi migliori. Ma ricordatevi che i profitti degli uni sono le perdite degli altri e non è tecnicamente possibile che i primi siano sempre massimi per tutti.

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