L’Italia si conferma, ancora una volta, leggermente al disotto degli altri paesi europei concorrenti. Stavolta si parla di costo del lavoro e più precisamente di un’ora di lavoro escludendo però settori come l’agricolo e la pubblica amministrazione. Il nostro paese resta in mezzo, sicuramente meglio della Spagna, peggio, però, di Francia e Germania. Mentre il costo del lavoro nell’Eurozona è cresciuto dell’1,9% nel 2017, arrivando a 30,3 euro, l’Italia ha osservato una crescita dello 0,8% raggiungendo 28,2 euro. Tutto sommato l’Italia si attesta come un paese con un costo del lavoro abbastanza sostenuto.

I dati arrivano dall’Eurostat e sembrano confermare come il Nord Europa guidi il resto dell’Europa ma con delle percentuali interessanti in merito ai paesi dell’Est e i Baltici. 

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I paesi dove un’ora di lavoro costa di più

I paesi dove il lavoro ha un costo maggiore sono Danimarca e Belgio, rispettivamente con 42,5 euro l’ora e 39,6. Seguono Lussemburgo con 37,6 euro, Svezia con 36,5 euro e Francia con 36 euro. La Germania si attesta sui 34,10 euro l’ora. Il lavoro sembra costare meno in Spagna, dove il costo rimane intorno ai 21,21 euro l’ora, ancora meno nei paesi dell’Est con la Bulgaria, dove un’ora di lavoro vale 4,9 euro, la Romania con 6,3, Lituania, Lettonia, Ungheria e Polonia rispettivamente con 8,8,1, 9,1 e 9,4 euro all’ora. Nel caso dei paesi Baltici, nonostante i dati rimangano bassi, è proprio qui che si sono registrati i maggiori aumenti (Lettonia, Estonia e Lituania). La crescita c’è stata anche in Germania, Francia e Spagna (quest’ultima però solo dello 0,5%). In calo la Finlandia mentre le percentuali maggiori hanno riguardato la Romania e la Bulgaria cresciute dello 17,1 e 12%. In sintesi la media si è attestata di 26,8 euro nell’intera Unione Europea e di 30,3 euro nell’Eurozona.

Per l’Italia, infine, il dato rilevante è riferito al costo non salariale pesando per il 27,5% e quarto valore più alto dopo Francia , Svezia e Lituania.

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