Se i rincari del carburante alla pompa stanno creando contraccolpi sulle tasche delle famiglie italiane, questo inizio d’anno porta buone notizie sul fronte del prezzo del gas. E’ sceso questa settimana ai livelli più bassi dall’autunno di due anni fa. Per trovare quotazioni più basse alla borsa olandese, bisogna tornare indietro all’inizio di novembre del 2021. A 65 euro per Mega-wattora, stiamo pagando la materia prima sul mercato a meno della metà di appena cinque settimane fa. E al momento, siamo a -80% rispetto al picco storico toccato nell’agosto scorso.

Sembra un’altra era, quando il prezzo del gas raggiunse i 340 euro. L’inverno avrebbe dovuto sostenere le quotazioni con l’aumento atteso dei consumi di energia da parte di famiglie e imprese. Invece, una stagione straordinariamente mite nel continente sta comprimendo i consumi e tenendo alte le scorte europee. Queste risultano scese solo all’83% della capacità massima, ben più del 50% dello scorso anno di questo periodo e della media quinquennale al 70%.

In Italia, SNAM ha stimato preliminarmente in -7,7 miliardi di metri cubi (-10,3%) la minore domanda dell’intero 2022. Rispetto ai 75,1 miliardi consumati nel 2021, saremmo scesi a 67,4 miliardi. E ad avere offerto il più grosso contributo è stato l’ultimo trimestre, quando i consumi di gas sono scesi di 5,6 miliardi di metri cubi, segnando un crollo su base annua del 25%. Praticamente, quasi 3 metri cubi su 4 sono stati risparmiati nel periodo ottobre-dicembre.

Prezzo del gas -40% in bolletta a gennaio

Grazie a questi dati, il prezzo del gas dovrebbe scendere bruscamente con la bolletta riferita al mese di gennaio. In questi primi giorni del nuovo anno, la quotazione media alla borsa olandese è stata di neppure 71 euro per Mega-wattora contro gli oltre 116 euro di dicembre, segnando un crollo del 39%. Certo, restiamo lontanissimi dai minimi toccati negli ultimi anni. Basti pensare che nell’estate del 2020, in piena pandemia, il prezzo del gas in Europa arrivò a schiantarsi sotto i 5 euro.

Anche scartando tali fasi estreme, in media le quotazioni oscillavano tra 15 e 30 euro. Al momento, siamo pur sempre sopra il doppio rispetto ai massimi a cui eravamo abituati.

Per le prossime settimane, le variazioni del prezzo del gas dipenderanno dal meteo da un lato e dalle tensioni geopolitiche dall’altro. L’arrivo di eventuali temperature rigide spingerebbe in alto i consumi di energia, così come si ridurrebbe l’offerta di gas russo con l’escalation dello scontro tra Mosca e Bruxelles sulla guerra in Ucraina. Uno scenario più tranquillo consentirebbe, al contrario, alle società grossiste di accumulare scorte in previsione del prossimo inverno senza alcuna fretta, tenendo le quotazioni sotto controllo.

Tra l’altro, il crollo del prezzo del gas porterà nei prossimi mesi alla revisione del tetto fissato provvisoriamente dalla Commissione europea a 180 euro per Mega-wattora. Inoltre, esso deve risultare superiore al prezzo del gas naturale liquido per almeno tre sedute consecutive e di 35 euro. I governi avevano concordato a dicembre la necessità di agganciare tale “price cap” alle condizioni di mercato, così che esso non risulti né troppo alto, né troppo basso per i fornitori. La sola prospettiva di una discesa in campo dell’Unione Europea contro la speculazione avrebbe contribuito in misura determinante a calmierare i prezzi.

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