I calciatori rossoneri iniziano a godersi le meritate vacanze estive (ad eccezione degli impegnati in Nations League) dopo avere vinto il 19-esimo scudetto della storia del Milan. Ma per i dirigenti non c’è aria di ferie, anzi. Il club è passato di mano al fondo RedBird di Gerry Cardinale nei giorni scorsi, sebbene la cessione debba essere ancora ufficializzata. Elliott Management, fondo anch’esso americano e guidato da Paul Singer, resterà nel capitale come azionista di minoranza, pare con una quota del 30%.

La nuova proprietà ha tutta l’intenzione di non perdere tempo e starebbe accelerando su quello che fino ad oggi era considerato il piano B: la costruzione di uno stadio di proprietà da solo, senza l’Inter, a Sesto San Giovanni, nel milanese.

Stadio di proprietà a Sesto per Milan

L’impianto sorgerebbe nell’area delle acciaierie ex Falck e ospiterebbe 65.000 posti. I disegni sono stati firmati da Sir Norman Foster, architetto inglese di fama mondiale. Il sindaco di Sesto, Roberto Di Stefano, spiega che la scelta di affidare il progetto a Norman sarebbe coerente con il fatto che questi già abbia realizzato disegni per 1 milioni e 250 mila metri quadrati nell’area, di cui conosce ormai l’architettura industriale.

Lo stadio di proprietà per il Milan sarà essenziale per RedBird. Peraltro, il progetto congiunto con l’Inter presentato alla città di Milano sembra essersi arenato. E Cardinale spiega che non vuole perdere tempo, perché per riportare il club rossonero ai vertici del calcio europeo serve massimizzare i ricavi. E qui il Milan resta molto indietro rispetto alle big. Questa stagione dovrebbe chiudersi con ricavi verso 300 milioni di euro. Sarebbero neppure la metà di quelli che registreranno squadre come Manchester City, Real Madrid e Bayern Monaco.

Per il Milan avanza il modello Liverpool, che RedBird conosce bene, visto che i Reds sono anch’essi di sua proprietà.

In pratica, esso consiste nel far progredire la società accompagnandone i successi sportivi sul piano finanziario. La crescita dovrà avvenire sfruttando al meglio i ricavi commerciali e lo stadio di proprietà, attorno al quale graviterebbero attività aperte 24 ore al giorno e tutti i giorni della settimana. Una cosa sembra chiara: RedBird ed Elliott condividono la strategia della prudenza finanziaria. Niente colpi eclatanti di calciomercato, le spese folli non faranno parte del progetto.

Real Madrid non punta su Leao

Ma i problemi più impellenti che si trova a gestire in queste settimane Paolo Maldini sono altri: rinnovare i contratti dei giocatori senza esagerare e al contempo rafforzare la rosa anche in ottica Champions League. Una possibile buona notizia è arrivata dal Real Madrid su Rafael Leao. Parrebbe che Carlo Ancelotti, che conserva il cuore rossonero e reduce dalla quarta Champions vinta con i Blancos (nessuno mai come lui), abbia chiamato Maldini per rassicuralo sul fatto che non punti sull’attaccante portoghese. Si era vociferata un’offerta madrilena di ben 120 milioni, difficile obiettivamente da rifiutare a priori.

Per Leao, legato al Milan da un contratto fino al 30 giugno 2024, si prospetta almeno la triplicazione dello stipendio netto da 1,5 a 4,5 milioni a stagione. L’agente Jorge Mendes vorrebbe qualcosa di più, ma sembra di capire che la società non voglia andare oltre i 5 milioni per i top player. La linea della prudenza è condivisa da tutti, dai dirigenti (non a caso riconfermati da RedBird) al tecnico Stefano Pioli. Il Milan vuole tornare a giocare tra le grandi d’Europa, ma in stile Liverpool e non alla maniera del PSG. E Cardinale ha già messo in chiaro che non si comporterà da sceicco, bensì da imprenditore oculato.

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