La ritorsione dell’Iran contro gli USA dopo l’uccisione del generale Qassem Soleimani è arrivata stanotte: la Repubblica Islamica ha attaccato le basi americane in Iraq di Al-Asad ed Erbil. Nella seconda si trova anche il contingente italiano, fortunatamente rimasto interamente illeso nel bunker in cui era rinchiuso. Le decine di missili avrebbero provocato almeno un’ottantina di vittime, anche se non è chiaro se ve ne siano di americane. Il presidente Donald Trump ha annunciato che terrà un discorso oggi per commentare l’accaduto.

Teheran ha avvertito che se gli USA reagiranno all’attacco, la sua controreazione sarà durissima.

Tensioni USA-Iran, di cosa hanno paura i mercati?

Immediata la reazione sui mercati finanziari. Il prezzo dell’oro, che prima della mezzanotte viaggiava in area 1.575 dollari l’oncia, è arrivato a oltrepassare i 1.610 dollari, mentre il petrolio ha superato i 70 dollari al barile con il Brent, aprendo la seduta a quota 71 dollari. Al momento, il metallo ripiega a 1.590 dollari e il greggio a poco più di 69. In rafforzamento anche le valute che tipicamente fungono da rifugio nelle fasi di tensioni internazionali. Lo yen è arrivato a scambiare a 107,7 contro un dollaro, il franco svizzero sotto 1,08 contro l’euro, portandosi nella prima mattinata odierna rispettivamente a 108,50 e sopra 1,08.

Ma non è panico

A dire il vero, i mercati continuano a segnalare timori, ma non panico. L’attacco dell’Iran di oggi potrebbe almeno chiudere la fase più grave delle tensioni con gli USA, ora che Teheran ha dato vita a un’azione dimostrativa certamente molto tragica, dato il numero delle vittime, ma senza colpire direttamente i militari americani, tutti per tempo allertati da Washington sulle probabili ritorsioni. Cruciale si rivelerà la reazione della Casa Bianca e per questo i listini, così come le materie prime, nella giornata odierna punteranno gli occhi sul discorso di Trump, al fine di capire se avallerà un’escalation militare nel Golfo Persico o se, al contrario, fisserà i termini per una de-escalation.

La crisi USA-Iran complica i piani in Libano, bond ancora giù

L’Iran ha dimostrato con l’attacco di stanotte di puntare a una risposta veloce per non mostrarsi debole al suo interno, mentre sul piano internazionale non ha certo compiuto un’operazione né efficace, né lungimirante. Più preoccupante lo schianto in volo, subito dopo il decollo, del Boeing 737 della Ukraine International Airlines a Teheran, che ha mietuto ben 176 vittime. Insomma, il quadro che si va componendo di ora in ora e giorno in giorno si mostra molto preoccupante, segnalando che le tensioni saranno perduranti e che il livello dello scontro è stato decisamente alzato nell’ultima settimana.

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