La lira egiziana scambia adesso nel range 16,80-17,20 contro il dollaro, segnando un crollo del 48% rispetto al giovedì scorso, quando all’inizio della seduta la banca centrale ha abbandonato il “peg”, fermo fino a quel momento a 8,8. In questo momento, quindi, il cambio ufficiale appare allineato con quello vigente al mercato nero poco prima dell’annuncio della libera fluttuazione. In teoria, la svalutazione dovrebbe arrestarsi qui, essendo stato toccato il tasso di cambio a cui le lire erano state scambiate contro dollari fino al mercoledì sera.

Ma nel frattempo c’è una brutta notizia per Il Cairo: il ministro del Petrolio, Tarek El Molla, ha confermato di avere ricevuto comunicazione ufficiale dall’Arabia Saudita sulla sospensione a tempo indeterminato delle forniture di greggio, decise nell’aprile scorso per un ammontare mensile di 700.000 euro, all’interno di un piano di aiuti da 23 miliardi di dollari in 5 anni. (Leggi anche: Crollo lira egiziana dura lezione sui cambi fissi)

I sauditi sospendono la fornitura di greggio all’Egitto

Le forniture sono state sospese dal mese scorso e nonostante il ministro egiziano abbia sostenuto che la decisione di Riad non sarebbe stata motivata dalle autorità saudite, essa dovrebbe riflettere le tensioni tra i due paesi sulla Siria. Il presidente Al Sisi, al potere sin dalla metà del 2013, sostiene le truppe di Assad contro i guerriglieri dell’ISIS, temendo altrimenti un rinvigorimento degli islamisti interni dei Fratelli Mussulmani. I sauditi, invece, sono contrari al regime di Damasco, protetto dal nemico iraniano.

E l’Egitto sta intensificando i propri rapporti con Teheran, alla ricerca di nuove alleanze geo-politiche. Tuttavia, la sospensione delle forniture di greggio sta diventando un bel grattacapo per Il Cairo, che dovrà così mettere mano al portafoglio per importare la materia prima da altri paesi, mettendo a repentaglio le già scarne riserve valutarie, scese in 5 anni da 36 a 19,5 miliardi di dollari.

Anche per questo, la svalutazione della lira egiziana di questi giorni, che da un lato allenta le pressioni sulle riserve, dall’altro fa aumentare il costo della bolletta energetica, visto che il petrolio lo si acquista in dollari. (Leggi anche: Crisi Egitto in stile Venezuela)