Alcuni giorni fa l’Italia ha festeggiato il Primo Maggio, giorno dei lavoratori. Non è stata però una festa come quella degli anni precedenti, a causa delle misure restrittive imposte dal governo per contrastare la diffusione del coronavirus. Oltre a ciò, quest’anno non c’era molto da festeggiare per milioni di lavoratori, il cui futuro è incerto. Ad oggi, in Italia gli occupati sono 23 milioni, i disoccupati invece 2,1 milioni. Stando poi alle stime rilevate dal Sole 24 Ore, a questi numeri si aggiungono circa 3 milioni di lavoratori in nero, i quali sfuggono alle statistiche nazionali.

Boom di lavoratori in cassa integrazione

Al 30 aprile, ultima data utile per l’aggiornamento dell’Inps, in Italia ci sono circa 8 milioni di lavoratori in cassa integrazione. Stando ai numeri dell’Istat, chi prima del coronavirus aveva un contratto a tempo indeterminato è stato aiutato dagli ammortizzatori sociali previsti dal governo e dal divieto imposto alle aziende di licenziare i dipendenti.

+1,1 milioni di lavoratori in smart working

Lo smart working rappresenta il futuro del lavoro. A partire dall’inizio del mese di marzo, sono circa 1,1 milioni i lavoratori che hanno iniziato a operare in smart working. La rivoluzione con ogni probabilità toccherà anche i dipendenti pubblici, la totalità dei quali ha conservato il proprio posto di lavoro con la retribuzione normale. A questo proposito è bene ricordare come i dipendenti della Pubblica Amministrazione siano soggetti al vecchio articolo 18.

Area inattivi: +301 mila dall’inizio dell’emergenza

Gli ultimi dati Istat parlano di 267 mila disoccupati in più nell’ultimo mese. Il dato va a riversarsi sull’area degli inattivi, che oggi conta 301 mila persone in più. Dunque è facile comprendere come l’emergenza economica del coronavirus si sia abbattuta soprattutto su quanti non hanno un lavoro certo, su cioè quanti sono al lavoro con un contratto a tempo senza rinnovo. Ogni mese, in Italia, scadono circa 300 mila contratti a termine.

Lavoratori autonomi

Un’altra categoria di lavoratori che sta pagando lo scotto della pandemia è rappresentata dai lavoratori autonomi. Sono migliaia le denunce di persone che non hanno ricevuto ancora il bonus di 600 euro previsto dal governo. A ciò si aggiungono le mancate tutele, tra cui malattia e maternità, nonostante il progetto che risale ormai al 2017 e rimasto soltanto sulla carta.

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