Addio ai like su Instagram? Da ieri, l’esperimento avviato in Canada è stato esteso anche all’Italia. Ad annunciare l’operazione è stata nei giorni scorsi Tara Hopkins, Head of Public Policy EMEA del social, che ha parlato di “luogo dove tutti possano esprimersi liberamente”. Il tasto “mi piace” con i cuoricini non è stato rimosso, né il test riguarda tutti gli utenti, ma solo un gruppo selezionato e al quale arriverà un messaggio dalla stessa Instagram per comunicare la novità. Che cosa succede in dettaglio? Gli utenti continueranno a mettere i loro like ai post di foto e video come sempre, semplicemente non visualizzeranno quanti altri abbiano fatto lo stesso.

Invece, chi ha postato continuerà a visualizzare il numero dei like.

I social media complicano la vita agli influencer: da Facebook a Instagram, l’algoritmo tradisce

L’esperimento dovrebbe avere un impatto abbastanza significativo sul mondo dei cosiddetti “influencer”. Si tratta di personalità, spesso inizialmente del tutto estranee al mondo dello show-business, che acquisiscono in molti casi notorietà postando immagini e video, finendo per attrarre un’amplia platea di follower e trasformando in denaro i like di questi, venendo pagati da alcune società per sponsorizzare i loro prodotti e servizi.

In Italia, la più influente influencer si chiama Chiara Ferragni, moglie del rapper Fedez, anch’egli molto attivo sui social, tanto che si parla ormai da tempo ironicamente di “Ferragnez” per indicare una coppia, divenuta una vera e proprio macchina da soldi. Per non parlare di fenomeni mondiali come Cristiano Ronaldo, che deve gran parte del suo successo aldilà dei campi di calcio proprio alla capacità di veicolare messaggi pubblicitari attraverso Instagram, social rilevato da Facebook nel 2012 per il valore di un miliardo di dollari, una cifra che strappò allora più di qualche risata tra gli stessi addetti ai lavori, mentre si è rivelato un grande affare per Mark Zuckerberg.

 Cristiano Ronaldo di follower ne ha ben 175 milioni in tutto il mondo e ciò gli consente di ottenere contratti milionari con società svariate per reclamarne ovunque i propri prodotti o servizi.

Tremano gli influencer

Il test di Instagram, però, minaccia proprio questo business. I like sono un indice di gradimento dei post di un influencer e le società li monitorano per capire quanto valga questa o quell’altra personalità attiva sul social. Per capirci, una cosa sarebbe che una mia foto riceva 1 milione di like, un’altra che non arrivasse nemmeno a mille. Qual è il senso di questo esperimento? Probabile che Instagram voglia verificare se il mutamento tra una nutrita cerchia di utenti porti a una variazione anche del tipo di immagini e video postati, cioè se venga accompagnato da una modifica di tipo qualitativa. La ricerca compulsiva di like, infatti, spinge gli influencer a privilegiare la quantità dei follower, anziché la qualità dei post stessi.

A farne le spese sarebbero per l’appunto gli influencer, ma non tutti. I giganti come Cristiano Ronaldo dovrebbero continuare a dormire sonni tranquilli anche nel caso in cui il test diventasse definitivo e valido per tutti gli utenti. Chi mai metterebbe in dubbio tra le società che l’attaccante portoghese abbia appeal tra i follower? Il discorso cambierebbe per gli influencer di media statura, quelli che sono diventati noti proprio grazie al social e che non sappiamo quanto apprezzamento effettivamente riscuoterebbero promuovendo campagne pubblicitarie differenti. Al contrario, a giovarsene potenzialmente sarebbero proprio gli influencer minori, semi-sconosciuti, ma dalle grosse potenzialità puntando sulla qualità dei post. Non dovrebbero preoccuparsi più solo dei like e subirebbero una minore concorrenza da parte dei colleghi più noti.

La classifica dei 10 influencer di Instagram più ricchi al mondo 

Non possiamo escludere che Instagram stia puntando a colpire il fenomeno della compravendita di like, diffuso anche sul più popolare Facebook.

In pratica, anziché attirare follower con post di loro interesse, semplicemente compro i like da una società che me li vende e che derivano perlopiù da profili fake (bot), spesso asiatici. Questa pratica è molto diffusa tra i principianti per acquisire notorietà, ma non è apprezzata dal social, in quanto distorce gli investimenti pubblicitari in favore di influencer altrimenti insignificanti. Attenzione a gioire per la fine della “dittatura” dei like, perché il test rimane per il momento tale, riguarderà solo alcuni utenti e potrebbe non dar seguito a un cambio di policy. Semmai, sarebbe un messaggio in codice inviato all’affollato mondo dei morti di fama: prediligete di tanto in tanto un minimo di qualità, perché con la sola quantità potreste trovarvi costretti prima o poi a cercarvi un lavoro.

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