Gianmaria Panini, fondatore di ELVinvest, società con sede a Ginevra (Svizzera) che si occupa di investimenti immobiliari all’estero, è stato sin dall’esplosione dell’emergenza Covid uno dei più convinti sostenitori dell’impatto differenziato che la crisi sanitaria avrebbe sul mercato immobiliare. Alcuni comparti dovrebbero risentirne strutturalmente in negativo, altri positivamente. La prova che abbia ragione ce la offre in queste settimane Tesco, il colosso dei supermercati nel Regno Unito. Ha annunciato 16.000 nuove assunzioni, che già fa notizia per il solo fatto che avvengano in piena crisi economica.

Di questi, 10.000 avranno il compito di prendere i prodotti dagli scaffali per imbustarli e altri 3.000 guideranno per portarli a casa dei clienti.

Investire nell’immobiliare britannico, ecco la nuova grande opportunità post-Covid

Da quando c’è stato il “lockdown”, Tesco ha visto impennarsi da meno di 600 mila a 1,5 milioni i clienti online. Non è un caso isolato. Negli USA, WalMart ha raddoppiato le vendite su internet, Home Depot le ha viste crescere del 23%. Non solo, quindi, i supermercati sono usciti quali vincitori della crisi, ma stanno assistendo a un mutamento strutturale dei consumi dei clienti, dal quale stanno cercando di emergere come stabilmente avvantaggiati.

Il boom dell’e-commerce reca conseguenze dirompenti sull’immobiliare. Le superfici commerciali stanno già accusando il colpo e c’è da scommettere che i loro prezzi tenderanno a diminuire nel tempo piuttosto stabilmente.

L’impatto sul mercato immobiliare

Per le conseguenze che il Covid ha fatto emergere e le tendenze già in corso che ha accelerato, probabile anche che l’intero comparto residenziale nelle grandi città soffra, specie se in prossimità dei centri di lavoro e delle vie del commercio.

Viceversa, ad approfittarne sarebbero le superfici legate alla logistica. Maggiori le vendite online e più grandi gli spazi necessari presso i centri di distribuzione in cui tenere i prodotti da consegnare direttamente nelle abitazioni dei clienti.

I prezzi, qui, dovrebbero aumentare e con essi anche quelli degli immobili residenziali in prossimità dei centri logistici, presso cui si registrerebbe una crescita dei residenti per via dei maggiori posti di lavoro disponibili.

E chiaramente sono stati colpiti molto duramente gli alberghi, che hanno subito un forte calo del fatturato ovunque, a causa della scarsissima mobilità internazionale negli ultimi mesi. Anche in questo caso, però, sulle prospettive future del comparto turistico non bisogna generalizzare. Se è vero che probabilmente a lungo molti ci penseranno due volte prima di prenotare una camera di albergo, per contro potrebbero trovare più sicuro optare per un B&B o una casa vacanza, cioè luoghi raccolti dove il numero di persone presenti contemporaneamente è abbastanza limitato.

Pertanto, l’andamento delle superfici sarà differenziato, a seconda della tipologia. Serviranno meno grandi uffici e meno negozi fisici, così come più persone dovrebbero restare in provincia grazie al telelavoro e meno si accalcheranno a vivere nelle grandi città. Per contro, crescerà la domanda di superfici legate alla logistica e di immobili in aree meno densamente popolate. In Inghilterra, ad esempio, ci sarà verosimilmente meno Londra e più Liverpool, Birmigham e Manchester nel futuro degli investimenti immobiliari, riequilibrando condizioni di partenza ad oggi molto favorevoli alla capitale.

Il telelavoro rivoluzionerà il nostro modo di vivere e anche il mercato immobiliare

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