Parlando della giornata contro l’omofobia, può e deve essere utile parlare dei dati che riguardano il meccanismo della discriminazione in Italia. Undici anni fa, nasceva Gay Help Line, un numero verde (800713713) di aiuto e sostegno per tutta la comunità lgbt. In questo lungo periodo, sono state circa 220mila le richieste di aiuto e dietro ad ognuna di esse si nasconde una storia di discriminazione, di violenza verbale e fisica subita, difficoltà di relazionarsi, impossibilità sentita nel fare coming out, discriminazione a scuola o sul posto di lavoro e tanto altro.

Ecco i dati e la mappa della discriminazione in Italia.

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Giornata contro l’omofobia: alcune storie

È il caso, forse, nella giornata contro l’omofobia di riferire alcune storie che arrivano da Gay Help Line, per capire come funziona davvero il meccanismo della discriminazione in Italia. Alcune di queste storie sono davvero sconvolgenti. Ad esempio, una ragazza di 16 anni si è rivolta al numero amico per raccontare la sue esperienza: stupri correttivi da parte del figlio di alcuni amici dei genitori, e con l’accordo di quest’ultimo, per farle cambiare idea e accettare come proprio fidanzato proprio il ragazzo.

Il problema, spesso, è proprio la famiglia: alcuni ragazzi parlano di essere stati segregati in casa, per timore da parte dei genitori che potessero commettere atti osceni di omosessualità; un altro giovane ha acceso la webcam proprio mentre il padre sfondava la porta della sua stanza per picchiarlo e cercare di fare di lui un ‘vero uomo’. Una coppia del Sud, invece, ha dovuto allontanarsi e costruirsi una nuova vita: allontanati dalle rispettive famiglie, i genitori sono riusciti anche a farli licenziare dal posto di lavoro.

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Giornata contro l’omofobia: la pratica dell’esorcismo e la discriminazione a scuola e sul posto di lavoro

Secondo Gay Help Line, dati alla mano, anche la religione cattolica, anche se non vissuta più quasi da nessuno in maniera ‘vera’, rappresenta ancora un limite: molte storie di ragazzi parlano di tentativi di esorcismi, effettuati da ‘preti’ sulla spinta dei genitori, affinché il diavolo dell’omosessualità o della transessualità uscisse dal loro corpo. Ma è a scuola e sul posto di lavoro, cioè dove una persona costruisce la sua vita e il suo futuro, che gli omosessuali vivono le maggiori discriminazioni: gli insegnanti non sono preparati ad affrontare l’emergenza, e quando un genitore parla del bullismo subito dal proprio figlio in quanto omosessuale, una risposta tipica da parte dei dirigenti scolastici è: ‘può sempre cambiare classe’. Molti ragazzi lgbt abbandonano la scuola per continue violenze verbali e fisiche, non potendosi costruire un futuro: la discriminazione in Italia è sottaciuta ma violentissima.

Infine, sul mondo del lavoro: un lgbt ha maggiori probabilità, statisticamente parlando, di perdere il proprio posto di lavoro; se c’è contrazione di personale, è spesso il lavoratore omosessuale ad essere licenziato. Un caso va ricordato: un transessuale supera egregiamente un colloquio di lavoro, ma quando, dando le proprie generalità, il datore si accorge della differenza di genere sulla sua carta d’identità, allora non viene più convocato per la stipula. E che sia, insomma, davvero una giornata contro l’omofobia: la politica è ferma, sempre e comunque.