Cosa sta davvero succedendo con questa emergenza incendi che sta attanagliando l’Italia e soprattutto il Meridione da un mese circa a questa parte? Nell’ultima giornata, a Napoli e provincia i roghi si sono nuovamente moltiplicati e, come oramai si attendeva, c’è stato anche un morto a Giugliano. L’emergenza incendi si rivela essere sempre più un business complesso, che, in Campania, vede coinvolti tre attori fondamentali, tutti con il medesimo ‘peso’: il sistema camorristico, le connivenze politiche, l’imprenditoria ‘deviata’.

Inoltre, l’emergenza stessa promette grande affari. Ecco l’intreccio di poteri e chi ci guadagna (e guadagnerà) davvero.

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Il business dell’emergenza incendi: chi ci guadagna

Innanzitutto, occorre analizzare quanto sta accadendo e i luoghi in cui sta accadendo in Campania. L’analisi geografica è fondamentale: molte delle aree colpite sul Vesuvio erano discariche abusive di rifiuti tossici, i roghi creati dagli incendi sono particolarmente malsani e stanno creando (ma il problema sarà sul lungo periodo) un’emergenza di carattere sanitario che colpirà aree già martoriate. Ma non è solo questo: i roghi producono aree in cui è necessario un intervento di ‘rimboschimento’ e altre tipologie di attività le quali sono un grande business.

Quello che si cerca è la proclamazione dello ‘stato d’emergenza’, il quale porta con sé una normativa molto meno controllata, più fluida e rapida, nell’assegnazione degli appalti: in Campania, significa regalare tanti soldi pubblici destinati alle emergenze ad imprese in cui imprenditoria deviata e grande criminalità si spartiscono la torta. L’emergenza incendi è un grande business e se dovesse scattare lo stato d’emergenza sarebbe davvero quello che ci si attende. Ma non solo per questo motivo.

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Il business degli spegnimenti: l’emergenza incendi è una gallina dalle uova d’oro

Ma la vergogna tutta italiana non riguarda soltanto le connivenze, soprattutto al Sud ma oramai anche al Nord, tra imprenditoria, malavita organizzata e politica. Il business dell’emergenza incendi arricchisce anche le tasche di altri ‘privati’: la Protezione Civile italiana possiede soltanto due Canadair in tutto il territorio nazionale; per gli spegnimenti di questi giorni, si stanno appaltando i servizi ad aziende private che guadagnano moltissimo, ma soltanto (è ovvio) durante un’emergenza. È ovvio che – come sottolinea il sindacalista VVF USB Saporito – non si tratta di puntare il dito contro questi privati, ma è altrettanto chiaro che chi guadagna fittando Canadair una piccola disgrazia di tanto in tanto la possa sperare.

Insomma, l’emergenza incendi dovrebbe essere gestita sempre e comunque dallo Stato: la vita delle persone non dovrebbe essere subappaltata a privati. Il problema è ovviamente connesso a una serie di scelte politiche, che ha visto l’accorpamento della Forestale ai Carabinieri, con conseguente diminuzione di personale e mezzi a disposizione; i Vigili del Fuoco, su tutto il territorio nazionale, hanno a disposizione soltanto venti elicotteri adatti agli spegnimenti, di cui soltanto dieci in funzione. I governi tagliano fondi in nome della spending review; l’Italia brucia; a guadagnarci sono i solti poteri che in Italia dominano tutti alla pari, perché la malavita è soltanto un tassello: politica, imprenditoria e mafie. Benvenuti in Italia.