E’ arrivato l’annuncio tanto atteso. La compagnia aerea low cost Ryanair ha deciso di sospendere quasi tutti i voli dal 24 marzo mentre da ieri e fino al 24 marzo ha deciso che cancellerà l’80% dei voli. L’emergenza coronavirus ha colpito anche le compagnie aeree, molte delle quali hanno più che dimezzato i collegamenti e annullato quelli da e per l’Italia. I motivi sono presto detti: prenotazioni nulle, aeroporti quasi vuoti e richieste di rimborsi per mancate partenze.

Ryanair cancella tutti i voli

I giorni scorsi una decisione simile aveva riguardato anche Klm, Lufthansa, Easyjet e altri vettori costretti a prendere seri provvedimenti per le prossime settimane.

Ryanair ha comunicato che saranno ridotti più dell’80% dei voli fino al 24 marzo mentre da questa data e fino ad altra da destinarsi i voli saranno cancellati. A rimanere operativi, dopo il 24 marzo, saranno solo i voli tra Regno Unito e Irlanda e alcuni voli di rimpatrio per i cittadini rimasti bloccati all’estero. La compagnia ha chiarito che contatterà tutti i clienti che hanno voli prenotati per queste settimane per proporre soluzioni alternative. La decisione si è resa necessaria per contrastare la diffusione del coronavirus. Maggiori informazioni si trovano alla pagina della compagnia aerea dove vengono fornite le specifiche dell’emergenza.

Bancarotta possibile per le compagnie aeree

La situazione delle compagnie aeree appare drammatica. Secondo il Centre for Aviation di Sidney, l’impatto per i vettori aerei sarà pesante e molte potrebbero rischiare la bancarotta a fine maggio. Già ora è in atto un processo di ridimensionamento con voli cancellati o sospesi, tratte bloccate e numerosi posti di lavoro a rischio. Il collasso per le compagnie aeree è un rischio reale che solo una seria operazione di coordinamento tra governo e industria potrebbe cambiare. Si stimano, infatti, perdite fino a 113 miliardi di dollari considerando il calo drastico di prenotazioni, voli che partono mezzi vuoti e altrettanti che rimangono a terra.

United Airlines, IAG, che controlla anche British Airways, Aer Lingus e Iberia, Air France-KLM, easyJet, Finnair, Air New Zealand e Aeroflot hanno annunciato dei provvedimenti seri, tra cui licenziamenti importanti per far fronte al taglio dei costi. La Iata, nel frattempo, ha chiesto 200 miliardi di dollari di aiuti per le compagnie aeree mentre Carsten Spohr, ad di Lufthansa, commentando la messa a terra di 700 aerei della compagnia, ha fatto sapere che questa situazione più a lungo durerà più porterà molti vettori a dover chiedere aiuti di Stato.

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