Heineken, una delle più note società produttrici di birra, ha deciso di licenziare 8mila dipendenti, di cui 2mila rischiano in Italia. Il covid non ha risparmiato neppure il colosso olandese.

Migliaia di posti di lavoro tagliati

A causa del coronavirus, la società ha subito molte perdite e così ha deciso di attuare il piano Evergreen, che in pochi anni dovrebbe far risparmiare due miliardi di euro al colosso e tornare così al periodo pre-pandemia. Ad avere un peso nella crisi di Heineken è sicuramente la chiusura di bar e locali a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia che hanno determinato delle perdite del 17%.


La società olandese è così arrivata all’annuncio del licenziamento di 8mila persone a livello globale e 2mila in Italia. In particolare, i licenziamenti riguarderanno la sede centrale ma anche i piccoli stabilimenti e gli uffici locali, esuberi che almeno nella sede centrale avverranno nel primo trimestre di quest’anno. Non è invece ancora chiaro che cosa accadrà in Italia, o meglio quando sono previsti i tagli, considerando che fino a fine marzo sono bloccati i licenziamenti.

Un anno di transizioni per il colosso della birra

I tagli serviranno alla società a risparmiare 420 milioni di euro. Come ha comunicato l’amministratore delegato Dolf van den Brink: «Sarà un anno di interruzioni e transizioni senza precedenti». Già ad ottobre la società aveva annunciato l’intenzione di procedere ad una ristrutturazione, ad oggi si sa che i licenziamenti peseranno per il 10% del personale.
Ad oggi Heineken vende 300 marchi di birra e sono impiegate 85mila persone in tutto il mondo. La ristrutturazione andrà avanti per i primi mesi del 2021 e poi si vedrà nella seconda parte dell’anno se ci saranno miglioramenti nel mercato.
Poche ore fa, anche il gruppo Douglas aveva annunciato l’intenzione di chiudere alcuni negozi in Italia. La catena di profumerie, infatti, come tante altre realtà internazionali, si è trovata alle prese con una crisi senza precedenti.

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