Sulle adozioni gay, l’Italia ha fatto un altro piccolo passo avanti. La Cassazione ha infatti stabilito che il matrimonio gay non blocca le adozioni. Su tale tematica, in alcuni paesi del mondo,la legislazione permette l’adozione ma in Italia vi è la mancanza di leggi specifiche a riguardo per cui i tribunali del nostro paese si ritrovano a dover decidere di volta in volta.

Adozioni gay: l’Italia fa un altro passo avanti

Secondo la sentenza 149987, depositata il 16 giugno 2017, la Cassazione-Prima sezione civile ha dichiarato che il matrimonio tra due persone dello stesso sesso non è contrario all’ordine pubblico per cui non si può impedire l’adozione di un minorenne.

La sentenza scaturisce da una richiesta fatta da due genitori omosessuali che si erano sposati all’estero e avevano adottato un bambino. I due avevano chiesto il riconoscimento in Italia ma due tribunali campani avevano bocciato la regolarizzazione dello stesso ed avevano ribadito che nel nostro paese l’adozione a coppie gay non è consentita neppure ad uno solo dei due perché contraria all’ordine pubblico.

Adozioni gay: l’Italia fa un altro passo avanti

La Cassazione, però, con la sentenza su citata, ha definito prioritario il diritto del minore rispetto all’ordine pubblico ed ha stabilito che non si può negare  la pienezza della relazione familiare per il minore che invece era stata riconosciuta in America nel 2010. Rigettare tale relazione , infatti, sarebbe una decisione lesiva ed ingiustificata nei confronti del minore.

La Cassazione, però, non ha accolto la domanda di trascrizione dell’adozione in quanto nel caso di doppio genitore è necessario ascoltare anche il secondo padre. Proprio per questo è stata fatta richiesta di una nuova istruttoria inviata al Tribunale dei minori competente per una nuova valutazione. Ricordiamo che questo non è il primo caso in Italia.

A marzo, infatti, una coppia omosessuale residente nel Regno Unito, ha ottenuto il riconoscimento di due adozioni .

La loro richiesta è stata accolta infatti dal Tribunale di Firenze che ha stabilito che la priorità assoluta è il diritto del minore ad avere delle relazioni familiari stabili per cui l’autorità giudiziaria non deve ledere tale diritto. Leggete anche: Ius Soli, ddl cittadinanza agli stranieri: caos in Senato e nelle piazze, le ragioni del sì e del no.