Due brutte notizie da Bruxelles: pagano i proprietari di casa e i lavoratori over 60

L’Europa tiene sotto tiro l’Italia sui conti pubblici. Nel mirino del fisco case e pensioni dei lavoratori. Ecco cosa ci aspetta a partire dal 2023.
3 anni fa
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pensioni

Bruxelles torna a puntare il dito contro i conti dell’Italia. Spendiamo troppo e il rapporto deficit-Pil viaggia oltre il 145% col rischio che non si riesca a rientrare. Nel mirino ci sono case e pensioni.

Il reddito degli italiani si concentra lì ed è lì che si vuole andare a colpire per far cassa. Come? Attraverso la riforma del catasto e il ritorno graduale alle regole Fornero per le pensioni dei lavoratori.

La riforma del catasto per fare cassa

Bruxelles vincola il rilascio dei soldi del Pnnr, fra le altre cose, anche alla riforma del catasto edilizio.

In altre parole, con l’aggiornamento delle rendite catastali si tasseranno di più le proprietà immobiliari. Inutile girarci intorno con parole e discorsi fumosi: lo scopo è questo.

Benché il premier Draghi rassicuri sul fatto che si tratterà di scovare gli evasori riclassificando tutti gli immobili registrati, chi pagherà il conto saranno sempre i contribuenti onesti proprietari di immobili.

Se oggi si paga 100, domani si pagherà 200. E la casa, come sempre, è usata come bancomat per fare cassa in maniera rapida. Visto anche che gli italiani sono numericamente i maggiori proprietari di casa al mondo.

Le pensioni

Ma c’è un altro obiettivo, meno evidente e ben più insidioso: il fronte previdenziale. Bruxelles chiede la piena applicazione delle regole Fornero e nel Def 2022 non c’è parola che richiami sulla necessità di fare una riforma quest’anno.

Quindi, al massimo ci sarà qualche ritocco delle pensioni nel 2023. Come la proroga di Opzione Donna e Ape Sociale. Forse anche di quota 102. Ma niente di più. Mandare tutti in pensione a 62 anni con quota 41 come chiedono i sindacati è impossibile. Cadrebbe il governo ancor prima di iniziare la discussione.

Questione di soldi. Soldi che non ci sono o che sono utilizzati per altri scopi (si veda il reddito di cittadinanza o il potenziamento della spesa per gli armamenti), ma non per le pensioni.

E sul punto da Bruxelles è arrivato un monito poco rassicurante: “non fate altri debiti con le pensioni!

Inutile quindi farsi illusioni. La riforma pensioni non si farà e le regole Fornero varranno per tutti. Unica possibilità sarebbe quella di concedere l’anticipo a partire dai 64 anni di età ma col ricalcolo contributivo.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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