Un’importante proposta emendativa al Decreto Legge n. 84/2025, attualmente in fase di esame parlamentare per la conversione in legge, potrebbe incidere in modo significativo sulla detrazione spese dentista per i trattamenti ricevuti all’estero.
L’iniziativa, sostenuta da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, mira a eliminare la possibilità di usufruire del beneficio fiscale per le cure odontoiatriche effettuate in Paesi extra UE e al di fuori dello Spazio Economico Europeo (SEE), con applicazione prevista a partire dal 2026.
Questa proposta rappresenta un chiaro segnale dell’intenzione del legislatore di rafforzare il sistema sanitario nazionale e contenere l’esodo sanitario verso l’estero, spesso motivato da costi inferiori per le prestazioni odontoiatriche.
Il cuore dell’emendamento: stop alla detrazione spese dentista fuori UE
L’attuale normativa consente di portare in detrazione fiscale il 19% delle spese sanitarie, comprese quelle odontoiatriche, a condizione che siano debitamente documentate. Questa agevolazione è riconosciuta anche nel caso in cui le cure vengano effettuate all’estero, indipendentemente dal Paese in cui sono erogate.
L’emendamento proposto dalle forze di maggioranza intende modificare proprio questo aspetto: dal 1° gennaio 2026, la detrazione spese dentista non sarà più consentita se la prestazione è stata resa in Stati che non appartengono all’Unione Europea né allo Spazio Economico Europeo. Ciò comporterebbe che solo le spese sostenute in Italia o in altri Paesi UE/SEE continueranno ad essere ammesse in dichiarazione dei redditi ai fini della detrazione IRPEF.
Le motivazioni: contrastare il “turismo dentale”
La ratio dell’intervento normativo è strettamente legata al fenomeno crescente del “turismo sanitario”, in particolare quello legato ai trattamenti odontoiatrici.
Molti cittadini italiani scelgono infatti di recarsi in Paesi dell’Est Europa – spesso non appartenenti all’UE o al SEE – per sottoporsi a interventi dentistici a costi sensibilmente più bassi rispetto a quelli praticati in Italia.
Con questa modifica si punta a rendere meno conveniente, da un punto di vista fiscale, la scelta di ricevere cure fuori dal perimetro comunitario. L’obiettivo implicito è quello di incentivare i contribuenti a rivolgersi a strutture italiane o europee, con ricadute positive anche per il sistema economico nazionale e per il controllo sulla qualità delle prestazioni sanitarie.
Attuale disciplina delle spese sanitarie all’estero
Attualmente, la normativa consente la detrazione spese dentista anche per cure ottenute fuori dai confini italiani, purché il contribuente sia in grado di fornire la relativa documentazione fiscale. L’Agenzia delle Entrate, nelle istruzioni alla dichiarazione dei redditi, prevede specifici criteri per l’accettazione di tali documenti.
Quando le ricevute, fatture o certificati di pagamento sono redatti in una lingua diversa dall’italiano, si applicano regole distinte a seconda dell’idioma utilizzato. Se i documenti sono in inglese, francese, tedesco o spagnolo, la traduzione può essere curata dallo stesso contribuente, che deve però firmarla per attestare la fedeltà.
Diversamente, se la lingua utilizzata non rientra tra quelle comunitarie più diffuse, è necessario ricorrere a una traduzione professionale. In tal caso, la traduzione deve essere asseverata – cioè giurata – davanti a un pubblico ufficiale, per acquisire valore legale ai fini fiscali.
Detrazione spese dentista: le conseguenze pratiche dell’emendamento
Con l’entrata in vigore della nuova norma (se l’emendamento passerà), le regole sulla traduzione perderebbero efficacia per le spese odontoiatriche sostenute in Paesi extra UE/SEE. In quanto queste ultime non potranno più essere detratte in alcun caso.
Ciò comporterà una revisione delle strategie di molti contribuenti. Soprattutto di coloro che fino ad oggi hanno preferito centri odontoiatrici in Paesi come Albania, Serbia, Macedonia o Turchia. Ovvero, dove il risparmio economico risulta considerevole anche al netto delle spese di viaggio.
Inoltre, l’eliminazione dell’agevolazione fiscale potrebbe determinare un calo della domanda per queste destinazioni. E, al contempo, stimolare un incremento del ricorso a strutture italiane o europee, ove la spesa potrà continuare ad essere recuperata parzialmente tramite la dichiarazione dei redditi.
Le implicazioni per i professionisti del settore
L’emendamento potrebbe anche avere un impatto indiretto sul comparto odontoiatrico italiano. Qualora la norma venisse approvata, si potrebbe registrare un aumento della domanda interna, a vantaggio dei professionisti operanti nel territorio nazionale. Allo stesso tempo, la misura potrebbe spronare una maggiore competitività in termini di qualità del servizio e trasparenza dei costi.
Tuttavia, resta da valutare se la sola leva fiscale sarà sufficiente a contenere il fenomeno del turismo dentale, che si fonda anche su fattori non economici. Come la rapidità dei trattamenti e l’organizzazione logistica offerta da alcune cliniche straniere.
Stop detrazione spese dentista fori UE: iter parlamentare
L’emendamento è al momento in fase di discussione nell’ambito del processo di conversione del decreto fiscale. L’approvazione non è ancora certa e il testo potrebbe essere bocciato o subire modifiche. Soprattutto in sede di confronto tra le forze politiche e con le associazioni di categoria.
Se confermato, rappresenterebbe un cambiamento sostanziale nel trattamento fiscale delle spese mediche, destinato a incidere sulle scelte sanitarie dei contribuenti. E a ridefinire l’equilibrio tra risparmio privato e sostegno al sistema sanitario nazionale.
Riassumendo
- Proposto emendamento al DL fiscale per escludere dal 2026 le spese dentistiche fuori UE/SEE.
- Obiettivo: frenare il turismo odontoiatrico estero e favorire le cure in Italia.
- Attualmente si detrae il 19% anche per cure dentistiche ricevute all’estero.
- Se l’emendamento passa, stop agevolazioni fiscali per dentisti extra UE/SEE.
- Traduzioni giurate non saranno più sufficienti per ottenere la detrazione.
- La norma potrebbe rilanciare il settore odontoiatrico nazionale.

