Dal 2000 il tuo quotidiano indipendente su Economia, Mercati, Fisco e Pensioni
Oggi: 05 Dic, 2025

Crisi euro, Draghi responsabile del lassismo fiscale nell’Eurozona

Mario Draghi è oggi il principale responsabile del lassismo fiscale in paesi come Italia, Francia e Spagna. La sua politica monetaria ha disincentivato ogni forma di risanamento e le riforme pro-crescita.
9 anni fa
3 minuti di lettura
Mario Draghi è oggi il principale responsabile del lassismo fiscale in paesi come Italia, Francia e Spagna. La sua politica monetaria ha disincentivato ogni forma di risanamento e le riforme pro-crescita.

Nella mattinata di oggi, i BTp a 5 anni hanno toccato un nuovo rendimento minimo record dello 0,19%. E al momento, i decennali si attestano in prossimità dei minimi storici, all’1,12%. Eppure, l’Italia è il secondo paese con il maggiore rapporto tra debito pubblico e pil (133%) d’Europa dopo la Grecia, non mostra alcun segnale di crescita sostanziale, nonostante il suo pil sia inferiore a quello del 2007 di quasi il 9% e non è nemmeno uscita dalla deflazione strisciante degli ultimi mesi.

Tutto questo quadro già negativo si arricchisce di una crisi politica incombente con il referendum costituzionale e di richieste di nuova flessibilità per i conti pubblici, avanzata dal governo Renzi a Bruxelles, dopo non avere centrato già i target fiscali nell’ultimo biennio, avendo usufruito a piene mani della linea permissiva della Commissione Juncker.

Lassismo fiscale diffuso

E la Francia non dovrebbe essere in grado di abbassare il deficit sotto il 3% nemmeno nel 2017 (anno elettorale), dopo che tra il 2007 e il 2011 ha registrato un disavanzo medio annuo del 5% e del 4% nell’ultimo quinquennio. E che dire della Spagna, senza governo da 8 mesi, forse avviata a celebrare le terze elezioni politiche in meno di un anno, il che puzza di ridicolo. Nonostante una crescita più che soddisfacente (intorno al 3%), i conti pubblici di Madrid restano negativi e il deficit non ne vuole sapere di scendere sotto il 3%.

Queste grandi economie dell’Eurozona hanno dalla loro la scusante della flessibilità, necessaria per crescere e per fare le famose riforme strutturali, tipicamente costose nel breve periodo, anche sotto il profilo della sostenibilità politica.

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Articolo precedente

BTP scadenza 2021, 2026 e CCTeu 2023: giù i rendimenti, risultati definitivi collocamento

Articolo seguente

Lavorare in Germania: ecco le professioni più richieste