Convivenza di fatto: come si può provare?

Ecco, secondo il Tribunale di Milano, come si può provare la convivenza di fatto tra i due partners.
7 anni fa
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Secondo il Tribunale di Milano prova della convivenza di fatto è da considerarsi la dichiarazione anagrafica, uno degli elementi costitutivi della convivenza.

Il certificato anagrafico, che attesta lo stato di famiglia è una prova della convivenza di fatto: la convivenza, infatti, è una formazione sociale dei partners non uniti da vincolo formale. Proprio in questi casi, però, la dichiarazione anagrafica può dar prova della natura della convivenza.

Il fatto si ricava dall’articolo 1 comma 36 della legge numero 76 frl 2016 che recita “si intendono per «conviventi di fatto» due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile”.

Il convivere, quindi, è considerato un atto giuridico da cui discendono degli effetti, tanto è vero che per l’accertamento della stabile convivenza è richiesta proprio la dichiarazione anagrafica.

Ai giudici è stato affidato il compito di discernere se la dichiarazione anagrafica, quindi, ha soltanto valore probatorio della convivenza o può avere anche un’efficacia costitutiva.  Alla dichiarazione la legge fa riferimento soltanto per quel che riguarda l’accertamento della stabile convivenza la cui esistenza effettiva, secondo i giudici, può essere desunta anche altrove.

Leggi anche:Convivenza di fatto ed unioni civili: quali differenze sull’eredità? e Convivenza di fatto: va dichiarata o no al Comune?

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