Esiste un fenomeno celato da tempo nel sistema previdenziale italiano che molti nemmeno conoscono e che si chiama contribuzione silente.
Un aggettivo derivante dal latino, utilizzato in italiano per indicare ciò che avviene “senza rumore”, immerso nel silenzio.
Si tratta di contributi che non fanno rumore o, meglio, che non producono l’effetto che dovrebbero: trasformarsi in pensione.
In effetti, esistono contributi che, anche se un contribuente li versa, non diventeranno mai pensione.
Ciò perché il contribuente ha versato per un periodo insufficiente a raggiungere la pensione.
Questi contributi silenti restano nelle casse dell’INPS senza mai trasformarsi in prestazione.
Un utile per il sistema previdenziale, e nulla più.
È come versare benzina in un’auto che non potrà mai camminare. Soldi sprecati, a meno che non si trovi una soluzione per renderli di nuovo utili, ossia far camminare la macchina con la benzina immessa nel serbatoio.
Come recuperare i contributi silenti per la pensione e andare prima in quiescenza
L’esempio dell’auto può sembrare insolito, ma rende bene l’idea di ciò che vedremo: come rendere validi i contributi versati ma non utilizzati, quelli che finiscono tra i cosiddetti contributi silenti.
Una cosa è certa: i contributi silenti sono un problema.
Se un lavoratore versa 1 anno, 5, 10 o persino 15 anni di contributi, ma non raggiunge la soglia dei 20 anni, in pensione non andrà mai. E tutto ciò che ha versato resta all’INPS come versamento inutile per il contribuente.
Per chi ha almeno 5 anni di contributi e il primo versamento è successivo al 31 dicembre 1995, esiste però la possibilità di andare in pensione a 71 anni: in quel caso bastano 5 anni di versamenti.
Tuttavia, anche questa strada presenta criticità:
- 5 anni di contributi generano una pensione molto più bassa dell’assegno sociale;
- chi ha già ottenuto l’assegno sociale preferisce continuare a percepirlo, rinunciando alla pensione contributiva a 71 anni;
- chi ha versato contributi prima del 31 dicembre 1995 non può fare nulla: senza 20 anni di versamenti, la pensione non si ottiene mai, e i contributi restano silenti a vita.
Ecco quando si materializzano i contributi silenti
I contributi silenti si manifestano in situazioni comuni:
- carriere discontinue o saltuarie;
- lavoro in settori con casse previdenziali differenti;
- percorsi lavorativi interrotti, come capita a molte donne che diventano casalinghe.
In alcuni casi sono un problema più gestibile, in altri meno.
Ad esempio, se i contributi non utilizzati si trovano in una cassa previdenziale diversa da quella della pensione richiesta, si può ricorrere alla ricongiunzione dei contributi.
Questa opportunità consente di trasferire i contributi versati in gestioni diverse verso un’unica gestione, dalla quale poi richiedere la pensione.
Tuttavia, nella maggior parte dei casi non è gratuita e richiede il versamento di un corrispettivo all’INPS.
Come si risolve la situazione dei contributi silenti
Un’altra soluzione è la totalizzazione, gratuita ma talvolta penalizzante sull’importo della pensione.
La totalizzazione permette di sommare i contributi di diverse gestioni per ottenere un’unica pensione, calcolata con metodo contributivo, generalmente meno vantaggioso.
Più complesso da utilizzare, ma gratuito e senza penalizzazioni, è il cumulo dei contributi, utile a unificare la contribuzione sparsa in più casse in un’unica posizione previdenziale.
Le soluzioni esistono, ma sono tutte a pagamento o quasi
Per evitare di lasciare contribuzione silente, esiste anche la Pace Contributiva, introdotta dal governo Meloni e utilizzabile fino al 2026.
Questa misura permette di recuperare fino a 5 anni di contributi, pagando il relativo onere, per coprire periodi completamente scoperti da contribuzione.
Si applica solo ai contributivi puri, ossia a chi non ha versamenti prima del 31 dicembre 1995, e consente di recuperare massimo 5 anni tra il primo accredito e il 31 dicembre 2023.
In questo modo, chi rischia di perdere 15 anni di contributi perché non può andare in pensione, grazie alla Pace Contributiva può raggiungere i 20 anni minimi richiesti.
Altre soluzioni per non lasciare contributi silenti sono quelle strutturali del sistema, come:
- autorizzazione alla prosecuzione volontaria dei versamenti;
- versamento di contributi volontari per completare una carriera previdenziale carente.