“Il pensionato è due volte stanco. In primo luogo è stanco di lavorare, poi è stanco di non lavorare“, affermava Richard Armour. L’unica cosa certa, che accomuna tutti, è di essere stanchi di pagare. A partire dall’alimentazione fino ad arrivare alle bollette di luce e gas, infatti, sono tante le volte in cui dobbiamo sborsare dei soldi. E così si erodono i nostri risparmi. A peggiorare la situazione l’inflazione, che riduce ulteriormente il nostro potere di acquisto.
Se tutto questo non bastasse, può capitare di dover fare i conti con spese impreviste, anche di una certa entità. Da qui la necessità di ricorrere a fonti di entrate extra, magari attraverso un prestito. Una soluzione, quest’ultima, che permette di disporre di liquidità in breve tempo, a fronte di un pagamento mensile per restituire quanto ricevuto.
Cessione del quinto, migrazione da stipendio a pensione più facile con la nuova interpretazione
Tra le forme di prestito più conosciute e utilizzate si annovera la cessione del quinto. Quest’ultima forma di pagamento di un debito è rivolta a lavoratori dipendenti e pensionati. Coloro infatti possono estinguerlo attraverso una trattenuta diretta sul netto dell’importo mensile della busta paga o cedolino della pensione. Il tutto fermo restando l’importo massimo della rata mensile pari a un quinto dello stipendio o del trattamento pensionistico.
Proprio in tale ambito giungono importanti novità da parte dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Come si evince dal