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Oggi: 07 Nov, 2025

Il caro ombrelloni non c’entra con le concessioni balneari

Le polemiche sul caro ombrelloni hanno preso di mira le concessioni balneari, che non sono la causa dei rincari estivi.
3 mesi fa
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Concessioni balneari e rincari sotto l'ombrellone
Concessioni balneari e rincari sotto l'ombrellone © Licenza Creative Commons

Le polemiche sui rincari sotto l’ombrellone hanno preso di mira nelle ultime settimane i titolari degli stabilimenti balneari, rinfocolando un dibattito che si trascina stancamente da anni senza alcuna soluzione. Sappiamo che la direttiva Bolkestein del lontano 2006 prevede la liberalizzazione dei servizi e la Commissione europea ha imposto che le concessioni balneari vengano tutte rimesse in gara entro il 30 giugno 2027. Il governo di Roma ha dal canto suo fissato condizioni di favore per i concessionari uscenti, prevedendo il pagamento degli indennizzi da parte degli eventuali subentranti a copertura degli investimenti sostenuti e non ancora ammortizzati.

Polemiche interne e con l’UE

L’Unione Europea è contraria a tale impostazione, ravvedendo un ostacolo alla concorrenza e un contrasto con la disciplina comunitaria. Altro motivo di polemica riguarda i canoni pagati dai titolari delle concessioni balneari. A detta di molti, sarebbero bassi. Il governo da quest’estate li ha rivisti con benefici che arriverebbero fino a 60% rispetto ai precedenti importi dovuti, ma con una rivalutazione lineare del 10%.

Ora che gli stessi imprenditori lamentano un calo delle presenze a luglio anche del 20-30%, la stampa si è scatenata sostenendo che sarebbero la causa del loro stesso male. Avrebbero approfittato delle concessioni balneari eterne per aumentare i prezzi e la domanda ad un certo punto è precipitata. Sfatiamo questo mito: non esiste alcun legame tra le due cose. E con questo non stiamo sostenendo che sia corretto godere di concessioni senza gara per decenni e decenni. Anzi, abbiamo sempre sostenuto il contrario. Più semplicemente, non sono queste alla base dei rincari.

Presenze in calo anche sulle spiagge libere

Infatti, se anche domani le concessioni balneari venissero tutte rimesse in gara, a molti titolari uscenti ne subentrerebbero di nuovi.

Ma il numero complessivo delle attività resterebbe immutato. La concorrenza non aumenterebbe affatto. Dunque, non si capisce perché i prezzi dovrebbero scendere. Anzi, probabilmente i nuovi gestori scaricherebbero su di essi gli investimenti effettuati. Addirittura, c’è chi vorrebbe ridurre il numero delle concessioni per aumentare gli spazi destinati alle spiagge libere. Legittimo, ma ciò non risolverebbe il problema dei prezzi. Al contrario, lo accentuerebbe attraverso la riduzione dell’offerta.

C’è da mettere in conto che quest’anno le presenze stiano scendendo anche sulle spiagge libere, a conferma che i rincari nei lidi c’entrino fino ad un certo punto. E’ più in generale il tema del potere di acquisto a rilevare. Gli stipendi sono fermi da decenni in termini reali, persino in forte calo con la pandemia. E le famiglie ritengono più costoso spostarsi. Va detto, tuttavia, che la bilancia turistica segnava un incremento del saldo attivo nei primi cinque mesi dell’anno. E anche in queste settimane le presenze in montagna e nelle città d’arte risulterebbero in crescita. E non è che i prezzi siano bassi qui. Dunque, tireremo le somme alla fine della stagione per capire se il turismo estivo abbia subito una battuta d’arresto o meno ed eventualmente a favore di altre stagioni.

Concessioni balneari non fonte di rincari

Infine, legittimissimo ritenere che sulle concessioni balneari i canoni debbano salire. Ma avvertiamo che questa operazione porterebbe ad un aumento dei costi per gli stabilimenti, per cui nel migliore dei casi i prezzi non scenderebbero. Sarebbe credibile immaginare che continuino a salire. Tutto questo per smentire la narrazione forcaiola di queste settimane per cui i rincari sarebbero conseguenza della mancata ottemperanza alla direttiva Bolkestein. Non regge il paragone con i tassisti. Questi ultimi beneficiano di un numero di licenze tenuto artificiosamente basso, la liberalizzazione porterebbe senza dubbio a un abbassamento delle tariffe. Nel caso del balneari questo scenario non si verificherebbe.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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