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Oggi: 05 Dic, 2025

Bonus nido da aiuto a incubo: pioggia di restituzioni chieste dall’INPS

Scoppia il caso restituzione bonus nido: l’INPS chiede rimborsi shock, famiglie sul piede di guerra contro l'istituto
5 mesi fa
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Bonus nido
Foto © Licenza Creative Commons

Una doccia fredda ha colpito numerose famiglie nella provincia di Salerno, in particolare nel comune di Altavilla Silentina. L’INPS ha avviato una serie di richieste di restituzione del bonus nido, notificando importi anche superiori ai 10.000 euro da versare entro 30 giorni.

Un provvedimento che rischia di aggravare il disagio economico e sociale di molte famiglie che, fino a ieri, si ritenevano in regola con le procedure.

Bonus nido: una misura di sostegno diventata un boomerang

Il bonus nido, istituito dalla legge n. 232 del 2016 (art. 1, comma 355), rappresenta un contributo economico pensato per agevolare le famiglie nel sostenere i costi della prima infanzia.

Il beneficio può essere richiesto per coprire le spese relative all’iscrizione dei figli a strutture per l’infanzia, sia pubbliche che private (purché autorizzate), oppure per l’assistenza domiciliare nei casi di gravi patologie croniche che colpiscono bambini al di sotto dei tre anni.

Questa agevolazione si inserisce in un quadro di politiche pubbliche orientate a incentivare la natalità e favorire l’occupazione femminile, spesso penalizzata dalla carenza di servizi per l’infanzia. Gli importi riconosciuti variano da un minimo di 1.500 euro a un massimo di 3.600 euro annui, a seconda del valore ISEE del nucleo familiare e della data di nascita del bambino.

Gli importi aggiornati per il 2025

Nel 2025, l’ammontare del bonus nido è strutturato in base a due categorie anagrafiche:

Per i nati dal 1° gennaio 2024:

  • Fino a 3.600 euro l’anno (erogati in 11 rate) con un ISEE non superiore a 40.000 euro;
  • Fino a 1.500 euro in assenza di ISEE o con un ISEE superiore al limite.

Per i nati prima del 1° gennaio 2024:

  • 3.000 euro con ISEE fino a 25.000,99 euro;
  • 2.500 euro per ISEE compresi tra 25.001 e 40.000 euro;
  • 1.500 euro per chi non ha presentato l’ISEE o ha un valore superiore alla soglia.

Le somme vengono accreditate mensilmente, previa presentazione delle ricevute relative ai pagamenti effettuati per le rette scolastiche o per i servizi di assistenza a domicilio.

Il nodo della restituzione bonus nido: la posizione dell’INPS

Nonostante le famiglie coinvolte dichiarino di aver seguito correttamente l’iter burocratico, l’INPS ha motivato le richieste di restituzione del bonus nido parlando di “indebita percezione”. I controlli successivi all’erogazione avrebbero evidenziato anomalie nella documentazione fornita o irregolarità legate alla natura delle strutture scelte per l’assistenza all’infanzia.

Nel mirino dell’ente previdenziale ci sarebbero soprattutto i casi in cui i minori hanno frequentato asili non riconosciuti formalmente o non convenzionati con il sistema pubblico, oltre a situazioni in cui le ricevute sarebbero risultate non conformi ai requisiti previsti. Un meccanismo di verifica postuma che, nella sua rigidità, ha trasformato un beneficio in una fonte di ansia e preoccupazione per numerosi contribuenti.

Reazioni dal territorio: class action in vista

L’impatto della vicenda è stato particolarmente forte ad Altavilla Silentina, dove decine di famiglie si trovano ora nella difficile condizione di dover restituire somme molto elevate in tempi estremamente brevi. In risposta, si stanno valutando iniziative collettive: è in fase embrionale un’azione legale condivisa contro l’INPS, fondata sul principio della buona fede amministrativa.

I cittadini coinvolti rivendicano di aver rispettato scrupolosamente i passaggi previsti e chiedono che sia fatta chiarezza sulle eventuali responsabilità degli operatori che hanno gestito le pratiche.

L’assenza, fino ad ora, di una posizione ufficiale da parte dell’INPS alimenta incertezza e disorientamento. Le famiglie richiedono non solo una moratoria immediata delle richieste di rimborso, ma anche l’istituzione di un tavolo tecnico-giuridico che possa esaminare caso per caso e offrire soluzioni eque.

Restituzione bonus nido: il rischio di un precedente nazionale

Quanto accaduto nel salernitano potrebbe non restare un caso isolato. L’esperienza di Altavilla Silentina rischia infatti di diventare un precedente pericoloso che, se replicato altrove, potrebbe scatenare una crisi di fiducia verso le istituzioni incaricate della gestione delle politiche di welfare.

La restituzione del bonus nido, se richiesta con questa modalità e senza una preventiva possibilità di contraddittorio, rappresenta un duro colpo al rapporto tra cittadini e amministrazione pubblica.

Riassumendo

  • L’INPS chiede la restituzione del bonus nido a molte famiglie salernitane.
  • Alcuni nuclei devono rimborsare oltre 10.000 euro entro 30 giorni.
  • Le famiglie colpite dichiarano di aver seguito correttamente l’iter amministrativo.
  • L’INPS contesta irregolarità nelle strutture scelte o nella documentazione.
  • Si valuta una class action per difendere il principio della buona fede.
  • Il caso di Altavilla Silentina potrebbe generare un effetto domino nazionale.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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