Bruxelles ha raccolto ieri 11 miliardi di euro sul mercato primario, attirando ordini per complessivi 199 miliardi. Lo ha fatto con due titoli, di cui la nuova scadenza a 30 anni. Ed è della seconda che occuperemo in questo articolo. Trattasi del bond europeo con scadenza 12 ottobre 2055. L’importo offerto è stato di 6 miliardi contro richieste per 107 miliardi, 18 volte superiori. Ad essersi occupate dell’operazione sono state Barclays, Bank of America, Crédit Agricole, LBBW e Morgan Stanley.
Condizioni dell’emissione e confronto con BTp 2055
Per il nuovo bond europeo a 30 anni è stata fissata una cedola annuale lorda fissa del 4%. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 98,538 centesimi, per cui il rendimento lordo alla scadenza è risultato del 4,085%.
Esso è stato di 79,6 punti base più alto dell’omologo Bund 2056 e di 24,3 punti inferiore al trentennale francese.
L’emissione del nuovo bond europeo a 30 anni è arrivata pochi giorni dopo il BTp 2055. Anch’esso ha riscosso ordini per 107 miliardi, seppure a fronte di un minore importo di 5 miliardi. Nel caso dell’Italia, però, il rendimento esitato è stato all’incirca del 4,732%. Nelle ultime sedute, però, esso è sceso in area 4,50% con l’aumento della quotazione a 103.
Il bond europeo trentennale è stato emesso insieme alla nuova tranche della scadenza ottobre 2030. La Commissione ha così potuto accrescere le risorse a disposizione per finanziare il Next Generation EU e l’assistenza all’Ucraina. In tutto, il debito comunitario è salito 705,22 miliardi. E rispetto all’obiettivo di raccogliere 70 miliardi nel secondo trimestre, già sono stati incassati 30,04 miliardi.
Investimento ideale per rendimento e qualità
A chi converrebbe il bond europeo a 30 anni? A coloro che volessero aumentare la qualità del portafoglio d’investimenti senza rinunciare al rendimento.
Il titolo offre una cedola relativamente alta, peraltro ad un prezzo sotto la pari. I rendimenti a lungo termine sono lievitati negli ultimi mesi, segnalando tensioni sui mercati a proposito di debiti e inflazione. Il loro livello apparentemente soddisfacente consente ai risparmiatori di garantirsi per un periodo prolungato un flusso di reddito impensabile fino a pochi anni fa.
D’altra parte, il bond europeo espone a rischi di volatilità dei prezzi proprio per la sua durata longeva. Le lunghe scadenze tendono ad apprezzarsi o deprezzarsi velocemente al diminuire o salire dei rendimenti. E’ bene considerare questo rischio prima di investire. L’asset è consigliabile solo a coloro che dispongano di liquidità di cui poter fare a meno anche per anni. In caso di disinvestimento anticipato, infatti, non c’è certezza di rientrare per intero nel capitale sborsato.
Bond europeo “sicuro”, ma esposto al rischio di liquidità
Infine, il bond europeo gode dei rating tripla A e, pertanto, presenta un rischio di credito sostanzialmente nullo. Tuttavia, non essendo previste ulteriori emissioni dopo il 2026, anno di completamento del Next Generation EU, la liquidità sul mercato secondario potrebbe contrarsi nei prossimi anni. In parole semplici, gli investitori potrebbero abbandonare questo mercato per effetto delle scarse emissioni, preferendovi titoli come i Bund della Germania.
Già oggi, ad esempio, i titoli del debito UE rendono a premio sulla Germania, come abbiamo visto anche con il trentennale, sintomatico della percezione che si ha di essi come safe asset a metà, in quanto semi-sovrani.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
