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Oggi: 05 Dic, 2025

Il blackout in Spagna sbugiarda i falsi miti su rinnovabili e pagamenti elettronici

Il blackout in Spagna ha svelato ipocrisie e incongruenze su energie rinnovabili e pagamenti elettronici. Interviene anche Tony Blair.
7 mesi fa
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Blackout in Spagna
Blackout in Spagna © Licenza Creative Commons

Sarà un’indagine ordinata dall’Alta Corte di Madrid a stabilire le cause dell’imbarazzante blackout in Spagna, iniziato lunedì alle ore 12.33 e conclusosi solo l’indomani. L’interruzione dell’energia elettrica ha riguardato anche Portogallo e certe aree nel Sud della Francia, dato che nel momento in cui è avvenuta, la Spagna stava esportando corrente nei due Paesi. Tutto è accaduto nel giro di appena 5 secondi. Due disconnessioni l’una dietro l’altra dalla rete europea che hanno fatto piombare la penisola iberica nel buio. Red Electrica ha registrato un crollo di 15 Gigawatt, pari al 60% della domanda di energia nazionale.

Blackout in Spagna da eccesso di energia solare ed eolica?

Sappiamo che nel momento in cui la Spagna ha avuto il blackout, il 78% dell’energia era generata da fonti rinnovabili. Nel dettaglio, il 59% dal solare, quasi il 12% dall’eolico, mentre il nucleare incideva per l’11% e il gas per appena il 5%. A detta degli esperti, questo presunto “eccesso” di rinnovabili avrebbe reso la rete instabile. C’era al momento uno scarso “buffer”, cioè il cuscinetto di energia “stabile”, generata dalle fonti tradizionali, era insufficiente ad assorbire gli sbalzi delle rinnovabili.

Queste hanno il pregio di costare di meno, tanto da mandare per diverse ore durante il giorno i prezzi dell’energia elettrica in area negativa. Hanno il difetto di essere instabili, perché il sole e il vento un attimo ci sono e un attimo dopo possono sparire.

Fonti rinnovabili a basso costo, ma instabili

La Spagna svetta nelle classifiche mondiali per incidenza delle fonti rinnovabili nella generazione di energia elettrica con una quota del 43%.

Nel momento in cui c’è stata la disconnessione dalla rete europea, nella regione meridionale di Extremadura si era registrato un picco di energia solare. Sebbene ancora sia presto per fare ipotesi – Red Electrica ha escluso un attacco informatico – c’è la sensazione che il blackout patito dalla Spagna possa essere frutto di quello che ad oggi è stato sbandierato come un successo dal suo governo. E ciò aprirebbe scenari inquietanti per il futuro, perché eventi del genere rischiano di ripetersi con una certa frequenza.

Pensate che solamente questa settimana la casa automobilistica cinese Chery ha annunciato che produrrà direttamente in Spagna per il mercato europeo. Tra le ragioni addotte per tale decisione c’è il basso costo dell’energia, contrariamente all’Italia in cui è e resta elevato. Il blackout in Spagna può mutare presto la narrazione fin troppo ottimistica che Madrid tenta di imporre sul piano internazionale della propria politica energetica. La transizione ecologica è stata messa in dubbio niente di meno che dall’ex premier britannico Tony Blair, secondo cui è destinata a fallire. Essa richiederebbe eccessivi sacrifici ai cittadini e in cambio di benefici risibili per l’ambiente, ha spiegato.

Denaro contante essenziale

Non sono solo le fonti rinnovabili a finire sotto le lenti dell’opinione pubblica mondiale dopo il blackout in Spagna. Vogliamo parlare dei pagamenti elettronici? Per diverse ore è stato impossibile regolare qualsiasi tipo di scambio con carte e app. Il denaro contante segna un nuovo punto a suo favore dopo che la stessa Commissione europea aveva invitato a tenerne sempre un po’ da parte per i casi di emergenza.

Nel presentare il kit di sopravvivenza, infatti, ha spiegato che “le carte di credito possono diventare solo un pezzo di plastica”.

I detrattori ideologici del contante hanno replicato sostenendo che anche il denaro non servirebbe a nulla senza energia elettrica, perché i registratori di cassa non funzionano. Vero, ma i pagamenti non è detto che debbano avvenire al supermercato. Né che non si possano bypassare le modalità tradizionali in caso di emergenza. Un negoziante potrebbe vendermi ugualmente un prodotto senza battere lo scontrino se ci fosse un blackout come in Spagna questo lunedì. L’importante è che io paghi in qualche modo. Magari annoterà l’operazione su un foglietto, se è onesto con il fisco, così da registrarla ufficialmente per quando tornerà la corrente. Con carta o app, però, l’operazione diverrebbe impossibile.

Blackout in Spagna smaschera falsi miti

Alcuni fatti aiutano a calare le ideologie nella vita quotidiana. Il blackout in Spagna invita a mantenere un’alternativa ai pagamenti elettronici e a non affidarsi totalmente alle fonti rinnovabili per la loro natura instabile. Lo si era visto anche negli anni scorsi con il crollo della produzione di energia in Gran Bretagna e Germania, a causa della bassa ventilazione. I prezzi della luce sono schizzati in bolletta e con essi il malcontento, che ha portato alla caduta dei rispettivi governi. Madrid è stata propinata come una penisola felice, quasi estranea ai problemi del caro bollette di questi anni grazie al fotovoltaico e alle pale eoliche. I difensori del contante sono stati tacciati quali tutori dell’evasione fiscale, se non della criminalità organizzata. La realtà presenta già il conto agli ideologhi del nuovismo.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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