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Oggi: 16 Dic, 2025

Perché Banco BPM ha esercitato la call sul suo bond Tier 2 (e cosa insegna agli investitori)

L'esercizio della call per il bond Tier 2 di Banco BPM è una ennesima lezione per gli investitori interessati alle obbligazioni subordinate.
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Call su bond Tier 2 di Banco BPM
Call su bond Tier 2 di Banco BPM © License Creative Commons

Banco BPM oggi ha comunicato l’esercizio della call sul suo bond Tier 2 con scadenza il 14 gennaio del 2031 (ISIN: XS2271367315). Una decisione che riguarda in prima battuta gli obbligazionisti direttamente coinvolti, ma che ci consente allo stesso tempo di trarre un’ennesima lezione circa le caratteristiche di queste obbligazioni subordinate.

Call per bond Tier di Banco BPM

Il bond Tier 2 sul quale Banco BPM ha annunciato l’esercizio della call venne emesso il 14 dicembre del 2020. Presentava una durata iniziale di 10 anni. Stacca cedola lorda fissa del 3,25% annuale. Per allora si trattò di uno spread o premio di 380 punti (3,80%) sopra il tasso “mid-swap” a 5 anni. L’importo emesso fu di 350 milioni di euro con taglio minimo di 100.000 euro.

L’operazione era rivolta agli investitori istituzionali.

Cos’è la call

Cos’è una call? Si tratta della facoltà dell’emittente di decidere, ad una data prefissata, se continuare a pagare le cedole agli obbligazionisti o procedere al rimborso anticipato del capitale. Attenzione: non è un obbligo come molti lo hanno inteso nella sostanza. Perché le banche la inseriscono nelle loro clausole? In questo modo, si garantiscono la possibilità di estinguere il debito con anni di anticipo se le condizioni di mercato lo consentono.

Vediamo nello specifico il caso di Banco BPM. Il bond Tier 2 presentava una data di reset fissata per il 14 gennaio 2026. Per quel giorno era stato fatto presente che il capitale sarebbe potuto essere rimborsato in anticipo di 5 anni sulla scadenza. E così sarà, stando all’annuncio di ieri. Ecco perché. Questo genere di obbligazioni offre garanzie anche agli obbligazionisti, oltre che all’emittente.

Se l’esercizio della call alla data indicata non si verifica, la cedola verrà adeguata alle nuove condizioni di mercato e mantenendo lo spread all’emissione. In pratica, da fissa diventerà variabile.

Ricalcolo della cedola

Nel nostro caso, il bond di Banco BPM avrebbe dovuto pagare una cedola per il prossimo quinquennio pari al tasso “mid-swap” a 5 anni più uno spread del 3,80%. Secondo i nostri calcoli, alle attuali condizioni di mercato sarebbe salita sopra il 6,40%. Ed è chiaro che alla banca non sarebbe convenuto, dato che nel giugno scorso poté emettere uno strumento con le stesse caratteristiche e della durata di 5 anni con uno spread di soli 180 punti base o 1,80%. In altre parole, l’emittente ha potuto raccogliere sul mercato fondi per finanziare il rimborso del capitale a costi inferiori di quanto avrebbe speso continuando a pagare le cedole dal gennaio prossimo.

Come funziona un bond Tier 2

Il bond Tier 2 è un’obbligazione subordinata, cioè a metà strada ai fini regolamentari tra capitale proprio e debito. In caso di insolvenza, il capitale viene restituito solo dopo il pagamento delle obbligazioni senior o ordinarie e prima delle azioni. Presenta una durata mediamente lunga, anche superiore ai 5 anni o di 10 anni. A differenza dei bond AT1, però, non è perpetuo e non può essere convertito in capitale o situazioni di stress. Semmai, il pagamento delle cedole può essere sospeso nel caso di chiusura del bilancio in perdita per essere recuperate al primo ritorno in utile successivo. Non esiste qui alcun trigger per il CET1 che fa scattare l’evento rischioso.

Esercizio call sicuro?

Perché l’esercizio della call per il bond Tier 2 di Banco BPM diventa una ennesima lezione per gli obbligazionisti? Molti investono su questo genere di titoli nella convinzione che le date di reset siano sicure ed equivalenti a date di rimborso ufficiose. Casi come quelli di Santander e Deutsche Bank dimostrano ampiamente che non è così. Le banche ragionano in base alla convenienza, determinata dalle condizioni di mercato. Se il rimborso diventa più oneroso di quanto sarebbe continuando a pagare le cedole, probabile che non avverrà.

E’ vero che nella quasi totalità dei casi alle date di reset l’esercizio della call c’è. Questo vale fino ad oggi e, in particolare, per quelle banche che temono di perdere la fiducia degli investitori nel caso in cui li indispettissero con il mancato annuncio. Man mano che questi strumenti, però, si stanno diffondendo e gli emittenti ne approfittano per incrementare la loro solidità patrimoniale, diventa più probabile il mancato esercizio della call in assenza di una esplicita convenienza. In buona sostanza, gli istituti stanno acquisendo fiducia in sé stessi.

Bond Tier 2 di Banco BPM, cosa insegna la call

Inserendo in portafoglio un bond Tier 2 come quello su cui Banco BPM ha appena annunciato la call, l’investitore si espone al rischio di tassi. Se questi salgono, meno probabile il rimborso anticipato. Viceversa, se scendono. Nel primo caso, tuttavia, si consolerà incassando cedole elevate, in quanto agganciate ai tassi di mercato. Nel caso opposto, rischia di ritrovarsi in possesso di un capitale che verosimilmente avrà difficoltà ad investire in altri asset agli stessi rendimenti percepiti sin dall’emissione. Ecco perché bisogna avere in mente questi concetti prima di decidere se comprare o meno. Infine, le obbligazioni subordinate scambiano sul mercato secondario con minore frequenza delle ordinarie e possono infliggere ai possessori anche un rischio di liquidità.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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