Si avvicina la data del 21 agosto, quando l’assemblea degli azionisti di Mediobanca sarà chiamata a votare sulla proposta del consiglio di amministrazione di lanciare un’Offerta Pubblica di Scambio (OPS) sulle azioni Banca Generali. Glass Lewis, che è uno dei più importanti proxy advisor, ha invitato i soci ad avallare il piano. Il giudizio positivo è arrivato dopo il sostegno già espresso dai rivali ISS e PIRC. Senza dubbio una buona notizia per il CEO Alberto Nagel, perché può consolidare i consensi attorno alla sua operazione.
Nagel contro Caltagirone e Delfin
Il via libera si rende necessario per il fatto che Piazzetta Cuccia sia sotto “passivity rule“.
Infatti, è essa stessa oggetto di un’OPS di Monte Paschi. L’assemblea di Mediobanca si sarebbe dovuta tenere il 16 giugno scorso, ma fu rinviata da Nagel al 25 settembre per paura di perdere la votazione. E nelle scorse settimane è stata anticipata per cercare di sventare l’operazione toscana voluta dai soci Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin con la regia “occulta” del Tesoro.
Caltagirone e Delfin sono soci anche della stessa Mediobanca e all’assemblea disporranno rispettivamente del 9,9% e del 19,9% dei diritti di voto. Si opporranno all’OPS su Banca Generali, in quanto pensata per soffiare da sotto il naso a Monte Paschi il pacchetto di controllo in Generali del 13,2%. Infatti, l’OPS ha ad oggetto lo scambio tra azioni della banca e quelle della compagnia in possesso dell’istituto. Inoltre, il senso di questa operazione consisterebbe nell’incrementare il prezzo di mercato delle azioni Mediobanca, così da rendere l’OPS di Monte Paschi ancora meno conveniente e potenzialmente farla naufragare.
Nagel rischia, numeri dei soci incerti
Ai prezzi di mercato di giovedì scorso, l’OPS di Monte Paschi risultava “a sconto” del 2,5%. Anche per questo Glass Lewis propende per l’OPS su Banca Generali. Ciò detto, il CEO rischia lo stesso la sconfitta. I due principali soci di cui sopra, sommati alle casse previdenziali (Enpam, Enasarco e Cassa forense), raggiungerebbero il 35% del capitale. I fondi incidono per circa il 25% e il patto di consultazione per un altro 7,8%. Insieme arriverebbero attorno al 33%. Altri soci come Benetton (2,3%) potrebbero astenersi.
L’eventuale sconfitta di Nagel spalancherebbe le porte all’OPS di Monte Paschi. Viceversa, dovremmo attendere la conclusione dell’OPS fissata per l’8 settembre per capirne l’esito. Monte Paschi ha fissato al 35% la soglia minima per finalizzare l’operazione, che conquisterebbe agevolmente tramite i soci sopra elencati. Ma l’obiettivo reale sarebbe di arrivare almeno sopra il 50% per potere beneficiare dei crediti fiscali per 1,3 miliardi di euro. Una vittoria di Caltagirone e Delfin all’assemblea di Mediobanca avvicinerebbe il traguardo, dato che gli altri soci si sposterebbero, a quel punto, a favore dell’OPS senese. Prima di Ferragosto le adesioni erano state pari a circa il 13,5%, balzate quasi totalmente in un’unica seduta e ad opera di soci ancora ignoti. Sommate le quote dei due soci principali, l’OPS avrebbe adesioni virtuali già per circa il 43% del capitale.
Assemblea Mediobanca tappa del risiko bancario
Nagel ha fatto di tutto per portare gli azionisti dalla sua parte prima dell’assemblea di Mediobanca. Ha prospettato loro una remunerazione complessiva di 4,9 miliardi in tre anni tra dividendi (4,5 miliardi) e buyback (400 milioni). Monte Paschi dal canto suo ha rilanciato con la promessa di uno stacco ancora più generoso. Di certo in pieno agosto andrà in scena una delle tappe più cruciali dell’intricato risiko bancario italiane in corso. E l’esito resta tutt’altro che scontato.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

