Quali sono i requisiti per ottenere l’assegno sociale? Come canta Fabio Concato con il brano Guido piano: “Si potrebbe preoccupare, ma c’è tanto sole e mi accorgo che ne ho bisogno come un fiore. E ho bisogno di stancarmi e di camminare, di sentire l’acqua, il vento e di respirare. Peccato che qui vicino non c’è il mare”.
In una società segnata dalla frenesia degli impegni e delle scadenze, c’è ancora chi riesce a trovare la bellezza nelle cose semplici. Anche quando la vita impone il peso delle difficoltà.
Ma non sempre basta il sole o una passeggiata per affrontare la fragilità che deriva da una condizione economica precaria, specie quando si è avanti con l’età e mancano le risorse per vivere con dignità.
Proprio in tale ambito entra in gioco l’assegno sociale, una misura pensata per dare sostegno a chi si trova in situazioni di disagio, garantendo un minimo vitale a chi non ha altri mezzi di sostentamento. Se è pur vero che il reddito è un parametro fondamentale per l’accesso a questa prestazione, non vuol dire che sia l’unico.
La legge prevede infatti che venga dimostrato anche uno stato di bisogno effettivo, che va oltre i numeri riportati su un modello Isee o su una dichiarazione dei redditi. Vediamo allora quali sono i requisiti per ottenere l’assegno sociale e come si può concretamente dimostrare la propria condizione di bisogno agli occhi dell’Inps.
Assegno sociale, requisiti e quando può essere negato
L’assegno sociale è una prestazione assistenziale erogata dall’Inps e destinata a cittadini che abbiano compiuto 67 anni e vivano in condizioni economiche disagiate.
Per il 2025, i limiti di reddito sono pari a 7.002,97 euro annui se non coniugato e 14.005,68 euro per i coniugati. Chi registra un reddito al di sotto di queste soglie può accedere all’assegno, che ammonta a 538,68 euro al mese per 13 mensilità. Tuttavia la valutazione dell’istituto di previdenza non si ferma solamente a questi elementi, bensì provvede ad analizzare l’intera situazione personale del richiedente.
Anche con un reddito dichiarato basso, infatti, il soggetto richiedente deve dimostrare di non avere altri mezzi per condurre una vita dignitosa. A tal fine l’Inps può considerare elementi come proprietà immobiliari o mobiliari, quali case, terreni, titoli. Ma anche il saldo dei conti bancari e spese sostenute troppo elevate. Ne consegue che se il richiedente possiede beni rilevanti o vive in modo non coerente con una condizione di difficoltà economica, l’assegno potrebbe essere negato anche in presenza di un reddito ufficialmente basso.
I chiarimenti della Cassazione
La Cassazione ha chiarito che lo stato di bisogno deve essere reale, ma non necessariamente “incolpevole”. Ovvero, chi, ad esempio, ha donato i propri beni o rinunciato al mantenimento da parte di familiari, può comunque accedere all’assegno. Ciò se dimostra di essere in difficoltà economica al momento della richiesta. Entrando nei dettagli, come si evince dalla sentenza numero 7235 del 2023, il diritto a tale misura prevede come unico requisito lo stato di bisogno effettivo del titolare.
Tenendo conto, però, della condizione oggettiva dell’assenza di redditi o dell’insufficienza di quelli percepiti:
“in misura inferiore al limite massimo stabilito dalla legge, senza che assuma rilevanza che lo stato di bisogno debba essere anche incolpevole. […] A sostegno di tale conclusione, si è rilevato che non vi è […] alcuna indicazione circa il fatto che lo stato di bisogno debba essere anche incolpevole, rilevando al contrario nella sua mera oggettività di impossidenza di redditi al di sotto della soglia prevista dalla legge, e che, non consentendo il sistema di sicurezza sociale delineato dalla Costituzione di ritenere in via generale che l’intervento pubblico a favore dei bisognosi abbia carattere sussidiario, ossia che possa aver luogo solo nel caso in cui manchino obbligati al mantenimento e/o agli alimenti in grado di provvedervi, il rapporto tra prestazioni pubbliche di assistenza e obbligazioni familiari a contenuto latamente alimentare va costruito sempre in relazione alla speciale disciplina che istituisce e regola la prestazione che si considera, alla quale sola bisogna riferirsi per comprendere in che modo sulla sua corresponsione possa incidere la sussistenza di eventuali obbligati al mantenimento e/o agli alimenti”.
Questo orientamento della Cassazione ha portato a numerosi ricorsi vinti da cittadini che, pur non avendo nulla di intestato, si sono visti negare l’assegno per motivi formali. I giudici, in molti casi, hanno dato loro ragione, ribadendo che la valutazione deve tener conto della condizione concreta e attuale del richiedente.
Come dimostrare lo stato di bisogno oltre al reddito
Per dimostrare lo stato di bisogno può essere utile presentare apposita documentazione. Come, ad esempio, estratti conto bancari, visure catastali aggiornate ed eventuali contratti di affitto. O spese mediche sostenute. Ma non solo, si consiglia di presentare eventuali lettere da parte di assistenti sociali o medici curanti e qualsiasi elemento ritenuto utile ad attestare l’impossibilità a sostenere una vita dignitosa. In caso di rifiuto è possibile fare ricorso presso l’Inps o anche in tribunale, facendo leva sulla documentazione che evidenzia il reale stato di indigenza.