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Oggi: 05 Dic, 2025

Accompagnamento, svolta della Cassazione: il rischio di caduta basta per ottenere l’assegno

Una decisione della Cassazione rivoluziona l’accesso all’accompagnamento, riconoscendo il diritto anche quando il rischio di cadute
3 settimane fa
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Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un punto di vista significativo sul modo in cui va valutata la capacità di movimento delle persone anziane o gravemente compromesse. Con il provvedimento n. 28212 del 23 ottobre 2025, la Suprema Corte ha chiarito che anche un rischio generico di cadute, aggravato dall’avanzare dell’età, può essere sufficiente a far emergere una condizione di impossibilità al cammino autonomo tale da giustificare l’erogazione dell’indennità di accompagnamento.

Accompagnamento per rischio caduta: il caso da cui nasce la decisione

La vicenda prende avvio dal ricorso di un cittadino che aveva chiesto il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento, una prestazione economica destinata a chi si trova nella condizione di invalidità totale e ha bisogno di aiuto continuo nei gesti fondamentali della vita oppure non può muoversi senza un supporto costante.

La Corte di Appello aveva negato il beneficio, ritenendo che il ricorrente conservasse una certa autonomia nella deambulazione, anche se limitata.

Il caso viene, quindi, sottoposto alla Cassazione, che si trova a valutare se la presenza di un rischio di cadute, accentuato dall’età avanzata, costituisca o meno una condizione che rende impossibile il cammino autonomo in modo sufficiente da soddisfare i criteri previsti dalla legge per l’accompagnamento.

I criteri per ottenere l’indennità di accompagnamento

La Cassazione richiama i principi che regolano il riconoscimento dell’accompagnamento. Per avere diritto alla prestazione è necessario, innanzitutto, che vi sia una invalidità totale (100%). A tale requisito deve aggiungersi almeno una delle due seguenti condizioni alternative:

  • l’incapacità di svolgere da soli gli atti elementari della vita quotidiana,
  • l’impossibilità di camminare senza un supporto permanente da parte di un’altra persona.

Quest’ultimo elemento assume un ruolo centrale nella vicenda esaminata. La Corte si concentra infatti sul significato da attribuire alla necessità di “aiuto permanente”, chiarendo che essa non riguarda solo chi non riesce materialmente a muovere i passi, ma comprende anche coloro che, pur potendo compiere qualche movimento autonomo, riescono a farlo solo in presenza costante di un accompagnatore.

La nozione di supervisione continua

Un punto chiave dell’ordinanza è l’interpretazione del concetto di aiuto. La Cassazione stabilisce che la necessità di un accompagnatore non va intesa in modo stretto, come un sostegno fisico diretto in ogni momento. La Corte afferma che anche una supervisione costante, volta a prevenire cadute o incidenti, può essere sufficiente a integrare il requisito richiesto dalla legge.

Questo significa che una persona può apparire in grado di fare qualche passo da sola, ma se tale movimento comporta un pericolo concreto che rende indispensabile la presenza continua di un’altra persona, allora si considera comunque presente l’impossibilità di deambulazione autonoma. Il rischio di cadute, specie quando aumenta per ragioni legate all’età, assume quindi un valore determinante nella valutazione complessiva.

Perché il rischio di caduta diventa decisivo

La Corte mette in evidenza un aspetto spesso trascurato: l’autonomia non deve essere valutata solo osservando ciò che il soggetto riesce a fare in condizioni ideali o per pochi istanti.

Occorre invece considerare la situazione reale nella vita di ogni giorno e stabilire se quella apparente autonomia sia effettivamente praticabile senza mettere in pericolo la salute della persona.

Nel caso analizzato, il rischio di cadute era tale da rendere indispensabile la presenza costante di un accompagnatore. Ciò basta, secondo la Cassazione, a ritenere che la persona non sia in grado di deambulare autonomamente. Non serve dimostrare un’impossibilità assoluta nel senso fisico del termine; è sufficiente che la deambulazione, pur teoricamente possibile, possa avvenire solo sotto una supervisione ininterrotta.

La decisione della Corte sull’accompagnamento per rischio cadute

Alla luce di queste considerazioni, la Cassazione annulla la decisione della Corte di Appello e riconosce il diritto del ricorrente all’indennità di accompagnamento. La Suprema Corte sottolinea che ignorare il rischio concreto di cadute, e quindi la necessità di un controllo continuo, significherebbe trascurare un elemento essenziale della tutela garantita dalla normativa sull’invalidità civile.

Questa pronunciata assume un valore importante perché chiarisce che il concetto di impossibilità alla deambulazione non deve essere valutato in modo rigido. Non importa esclusivamente la capacità fisica residua, ma anche il livello di sicurezza con cui la persona può muoversi. Se il movimento, senza un accompagnatore, diventa pericoloso o impraticabile, allora il requisito previsto per l’accompagnamento risulta soddisfatto.

La decisione apre a una lettura più attenta delle condizioni concrete degli anziani. E di chi vive situazioni di fragilità. Il rischio di cadute non è un semplice dettaglio medico, ma un fattore che incide sulla dignità, sulla sicurezza e sulla qualità della vita. La Cassazione ribadisce che l’ordinamento tutela queste situazioni, riconoscendo il diritto a un aiuto che non è solo assistenza materiale, ma anche protezione.

Riassumendo

  • La Cassazione riconosce l’accompagnamento anche con rischio di cadute legato all’età.
  • Il caso nasce dal diniego della Corte d’Appello all’indennità di accompagnamento.
  • Per l’accompagnamento servono invalidità totale e bisogno di assistenza o impossibilità di camminare soli.
  • Aiuto permanente significa anche semplice supervisione continua, non solo sostegno fisico diretto.
  • Il rischio di cadute rende la deambulazione autonoma insicura e quindi non realmente possibile.
  • La Cassazione accoglie il ricorso e riconosce il diritto all’indennità di accompagnamento.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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