La manovra di bilancio 2026 introduce una novità importante destinata a modificare il modo in cui viene calcolato l’ISEE. Si tratta di una misura che, almeno sulla carta, punta a favorire le famiglie italiane, ma che potrebbe avere tempi di applicazione complessi e conseguenze inattese.
L’ISEE, ovvero l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, ricordiamo essere il principale strumento utilizzato dallo Stato per valutare le condizioni economiche di un nucleo familiare. In base al suo valore, vengono concessi o meno vari benefici, come il bonus psicologo, l’assegno unico per i figli a carico, le agevolazioni universitarie e molti altri aiuti di natura sociale e assistenziale.
Il calcolo dell’ISEE tiene conto sia dei redditi percepiti dai componenti della famiglia, sia del patrimonio complessivo, che comprende beni mobiliari (conti correnti, investimenti, titoli, piani di risparmio) e immobiliari (case, terreni, fabbricati). L’obiettivo è fornire un quadro realistico della capacità economica del nucleo e permettere una distribuzione più equa delle risorse pubbliche.
L’abitazione principale nel calcolo dell’ISEE
Uno degli elementi che incide sul valore dell’ISEE è l’abitazione principale di proprietà, cioè la casa in cui la famiglia vive stabilmente. Anche se si tratta del bene più essenziale e spesso l’unico patrimonio posseduto, la normativa attuale prevede che il suo valore concorra al calcolo dell’indicatore, sebbene con una specifica soglia di esenzione, detta “franchigia”.
Fino al 2025, questa franchigia ammonta a 52.500 euro, con un incremento di 2.500 euro per ogni figlio convivente oltre il secondo. In altre parole, ai fini dell’ISEE si considera solo la parte del valore dell’abitazione che supera questa soglia, e soltanto per due terzi del suo importo imponibile (calcolato secondo i criteri IMU).
Si tratta di un meccanismo che attenua l’impatto dell’abitazione principale sul valore complessivo dell’indicatore, ma che non lo elimina del tutto.
La proposta politica e la scelta del Governo
Nel percorso di approvazione della manovra di bilancio 2026, alcune forze politiche, in particolare la Lega, avevano proposto di escludere completamente la casa di residenza dal calcolo dell’ISEE. L’obiettivo era alleggerire la pressione fiscale e aumentare le possibilità di accesso ai bonus e alle agevolazioni per le famiglie proprietarie della propria abitazione.
Il Governo, tuttavia, ha scelto una via intermedia. La manovra 2026 non elimina la casa principale dal calcolo, ma eleva la franchigia, portandola da 52.500 euro a 91.500 euro, aumentata di 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al primo.
In sostanza, solo la parte del valore dell’abitazione che supera i 91.500 euro verrà conteggiata ai fini dell’ISEE, e comunque solo in parte. Questo comporta, per la maggioranza delle famiglie, una riduzione dell’indicatore e quindi una maggiore possibilità di ottenere sconti, agevolazioni e bonus sociali.
I potenziali vantaggi della nuova franchigia ISEE per l’abitazione principale
L’aumento della franchigia rappresenta un passo in avanti per molte famiglie italiane. In particolare, per chi possiede una casa propria abitazione principale, la modifica potrà tradursi in un abbassamento del proprio ISEE.
Ciò significa che più cittadini potrebbero rientrare nelle soglie richieste per accedere a prestazioni economiche e assistenziali.
Un ISEE più basso può, infatti, determinare un importo maggiore dell’assegno unico per i figli, la possibilità di ottenere il bonus affitti o il bonus sociale per luce e gas, oltre a tariffe agevolate per mense scolastiche, università e servizi sanitari.
In un periodo di difficoltà economica per molte famiglie, il cambiamento appare dunque come una misura di sostegno reale e immediato.
I rischi di un’applicazione tardiva e le criticità operative
Nonostante l’obiettivo positivo, la novità sull’ISEE 2026 presenta anche alcune ombre. I tempi tecnici per l’attuazione della misura potrebbero non essere compatibili con la consueta campagna ISEE che si apre a gennaio.
Come hanno segnalato sindacati e Centri di Assistenza Fiscale (CAF), i software utilizzati per il calcolo dell’indicatore e le relative procedure operative potrebbero non essere aggiornati in tempo utile. Questo significherebbe che i cittadini che presenteranno la DSU (la dichiarazione sostitutiva unica che permette di elaborare l’ISEE) a inizio anno potrebbero doverla rifare successivamente (e a proprie spese), una volta adeguati i sistemi informatici.
Oltre al disagio per gli utenti, ciò comporterebbe costi aggiuntivi e un notevole aggravio di lavoro per gli operatori dei CAF, già spesso sovraccarichi durante il periodo di elaborazione delle dichiarazioni.
Monica Iviglia, presidente dei Caaf CGIL, ha sottolineato come queste modifiche, pur pensate per favorire i contribuenti, rischino di essere introdotte senza un’adeguata pianificazione e senza un confronto con gli operatori che quotidianamente gestiscono le pratiche ISEE. In passato, situazioni analoghe si sono già verificate, come nel caso dell’introduzione della franchigia per i titoli di Stato e i buoni postali, che costrinse molti cittadini a ripresentare la dichiarazione.
Nuova franchigia ISEE per abitazione principale da gestire con attenzione
L’aumento della franchigia sull’abitazione principale rappresenta un passo significativo verso un sistema ISEE più equo e aderente alla reale situazione economica delle famiglie. Tuttavia, perché il beneficio sia effettivo, sarà fondamentale garantire un’implementazione chiara, tempestiva e coordinata tra Ministero, INPS e CAF.
Un’entrata in vigore affrettata o senza un adeguato aggiornamento delle procedure rischierebbe di trasformare una misura positiva in un problema organizzativo di vasta portata.
L’ISEE resta uno strumento centrale per l’accesso al welfare italiano. Ogni modifica al suo calcolo deve quindi essere accompagnata da una visione complessiva del sistema, capace di semplificare la vita dei cittadini e di garantire un’applicazione uniforme su tutto il territorio.
Solo così la riforma potrà davvero tradursi in un vantaggio concreto per le famiglie italiane, evitando che un intervento pensato per favorire i contribuenti finisca per generare ulteriori complicazioni burocratiche.
Riassumendo
- La manovra 2026 modifica il calcolo dell’ISEE, aumentando la franchigia dell’abitazione principale.
- L’ISEE misura la situazione economica familiare per l’accesso a bonus e agevolazioni sociali.
- La franchigia passa da 52.500 a 91.500 euro, più 2.500 per figlio.
- L’aumento riduce l’ISEE e facilita l’accesso a prestazioni e sussidi statali.
- CAF e sindacati temono ritardi e problemi informatici nell’attuazione della misura.
- Senza un’adeguata pianificazione, il beneficio rischia di trasformarsi in complicazioni burocratiche.