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Oggi: 19 Dic, 2025

Bastava investire un terzo dei risparmi: 50 miliardi di rendimento mancato

Gli italiani avrebbero potuto guadagnare quest'anno almeno 50 miliardi di euro in più investendo solo un terzo della liquidità sui conti.
1 ora fa
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Liquidità sui conti eccessiva
Liquidità sui conti eccessiva © Licenza Creative Commons

La liquidità sui conti bancari degli italiani non manca, anzi risulta semmai eccessiva. E se vi dicessimo che sarebbe bastato quest’anno investirne un terzo per ottenere un rendimento di oltre 50 miliardi di euro più alto? Non stiamo ipotizzando scelte d’investimento azzardate, bensì la costruzione di un portafoglio abbastanza prudente e che ci ha esitato un rendimento lordo vicino al 10%.

Troppa liquidità sui conti?

Partiamo dai dati. Il rapporto mensile dell’Associazione bancaria italiana ha trovato per novembre liquidità sui conti per oltre 1.860 miliardi. La media dei primi 11 mesi dell’anno supera i 1.827 miliardi. Vale oltre l’83% del Pil del 2024. Tanti soldi per scarsissimi guadagni. La remunerazione media è stata inferiore all’1%.

Grosso modo, i risparmiatori italiani hanno ricevuto 18 miliardi al lordo delle imposte.

Ipotesi di investimento

Abbiamo ipotizzato che all’inizio di quest’anno gli stessi risparmiatori avessero destinato agli investimenti un terzo della liquidità sui conti, qualcosa come 610 miliardi. Il portafoglio sarebbe stato così costruito: per un quarto puntando sul principale indice azionario a Piazza Affari, l’FTSE MIB; per un 30% acquistando titoli di stato italiani con scadenze medio-lunghe (3-7 anni); per un altro 20% acquistando obbligazioni private; per un 15% puntando sull’ETF €STR, cioè sui fondi monetari; infine, per un 10% sui BTp Italia (titoli indicizzati all’inflazione).

Asset Peso Rendimento 2025 stimato Contributo
ETF FTSE MIB 25% +29% +7,25%
BTp 3–7 anni 30% +3,0% +0,90%
Corporate IG 20% +3,5% +0,70%
Monetario 15% +3,2% +0,48%
Inflation linked 10% +3,0% +0,30%
Totale 100% +9,6% lordo

La beffa dell’inflazione

Questa soluzione sarebbe stata alla portata di tutte le famiglie italiane. Gli ETF consentono al retail di partecipare all’andamento del mercato senza esporsi direttamente sui singoli titoli, eliminando la fatica di scegliere e rendendo possibile anche l’impiego di capitali modesti.

Il risultato ottenuto è impressionante: 9,6% lordo. Quasi 59 miliardi di euro, molti di più degli appena 6 offerti dalle banche sulla stessa liquidità, se lasciata sui conti. Il bilancio è netto: non investire equivale a perdere denaro, specialmente in tempi d’inflazione.

Un’altra nota dolente arriva proprio dalla perdita del potere di acquisto. Per quanto in forte frenata e relativamente bassa, l’inflazione italiana quest’anno si è assestata intorno all’1,5%. Ed è stata pur sempre superiore al tasso medio delle giacenze. Significa che i risparmiatori italiani non solo hanno guadagnato pochissimo, ma in termini reali ci hanno rimesso. I loro soldi valgono di meno rispetto all’1 gennaio scorso.

Ipotesi alternative d’investimento

Se avessero puntato su due titoli secchi (FTSE MIB al 40% e BTp a 2 anni al 60%), pur restando prudenti, avrebbero ottenuto un rendimento ancora più alto: 13%. Se avessero differenziato la componente azionaria tra FTSE MIB al 20%, S&P 500 al 10% ed Eurostoxx 600 al 10%, avrebbe sfiorato ugualmente il 9% (al netto dell’effetto cambio per l’indice americano). In tutti i casi, avrebbero guadagnato decine di miliardi in più. Per le famiglie italiane sarebbe stata una “super” tredicesima, volatilizzatasi per l’incapacità di gestire bene il proprio denaro.

Si potrebbe obiettare che se i mercati quest’anno fossero andati male, le cose sarebbero finite diversamente per i risparmiatori. A parte il fatto che abbiamo ipotizzato un portafoglio d’investimento essenzialmente obbligazionario e con scadenze relativamente corte, bisogna ragionare più a lungo termine.

Può benissimo accadere che le borse scendano in un dato periodo, ma nel medio-lungo tendono a risalire. La diversificazione consente di minimizzare il rischio, pur abbassando il rendimento medio.

Liquidità sui conti è rinuncia al guadagno

Ed è altrettanto vero che l’ottima performance della borsa italiana sia arrivata dopo decenni deludenti e negativi. Resta il fatto che i risparmiatori dovrebbero agganciare i trend e mostrarsi più attivi e reattivi sui mercati. L’eccessiva liquidità sui conti non è più prudenza, ma mancata volontà di migliorare la propria condizione finanziaria. Pensate se quella cinquantina di miliardi lordi fossero finite nelle tasche di tutti noi. Avremmo potuto spendere molto di più per le nostre esigenze quotidiane e stringere molto meno la cinghia. In alternativa, avremmo anche solo potuto accantonare i guadagni per acquisti di beni durevoli. Pensate che l’intero mercato dell’auto nel 2024 valeva in Italia 47 miliardi.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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