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Oggi: 27 Dic, 2025

I grandi errori di investimento che si ripetono sempre a fine anno

A fine anno si ripetono alcuni errori di investimento frutto dell'emotività o anche solo della scarsa conoscenza dei mercati finanziari.
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Errori di investimento a fine anno
Errori di investimento a fine anno © Licenza Creative Commons

Siamo a pochi giorni dall’ultima dell’anno ed è tempo di bilanci anche per chi ha operato sui mercati finanziari. Dicembre è un mese quasi di quiete per via del clima vacanziero e semi-spensierato che si respira un po’ ovunque. Ciò non impedisce a molti di ripetere a fine anno sempre gli stessi errori di investimento. E il primo ha a che fare proprio con i bilanci. Siamo portati ad assolutizzare l’andamento di un asset nel corso dell’anno agli sgoccioli, come se fosse un trend assoluto e valido in ogni tempo. L’errore mentale che molti di noi commettiamo è nell’identificare con i rendimenti positivi ottenuti un asset “giusto” anche per il futuro.

Al contrario, tendiamo a scartare gli asset che hanno registrato una performance negativa o deludente dal novero dei nostri prossimi investimenti.

Errori di investimento a fine anno comuni

Ma dobbiamo ricordarci che le performance passate non sono un’indicazione valida per il futuro. Oro e ancora di più argento hanno segnato numerosi nuovi record nel corso del 2025, crescendo oltre ogni previsione di appena un anno o pochi mesi fa. Ciò non significa che anche nel 2026 continueranno ad apprezzarsi e con la stessa rapidità. Lo stesso dicasi delle azioni bancarie europee: boom eclatante sorretto da utili sempre elevati, ma questo trend non funge da guida per l’anno che verrà.

Un altro degli errori più comuni a fine anno riguardo a un investimento è legato alla confusione sui dividendi. Giudichiamo positivamente un titolo che stacca una cedola alta, ma non guardiamo granché al trend dei suoi corsi.

Ad esempio, se un’azione acquistata a 10 euro per quest’anno ci ha erogato un dividendo di 60 centesimi, il nostro rendimento è stato del 6%. Ma se nel frattempo il prezzo è sceso a 9 euro, abbiamo d’altra parte perso il 10%. Non è stato un affare, a meno di immaginare che ci sarà presto un’inversione di tendenza.

L’illusione di battere il calendario

Un altro errore, non necessariamente solo a fine anno, riguarda la tempistica dell’ingresso sul mercato. L’idea è spesso di comprare un titolo prima che stacchi la cedola per poi rivenderlo subito dopo. Come se non facessero lo stesso tutti gli altri. Con la conseguenza che il mercato anticipa gli eventi, di fatto sterilizzandone quasi del tutto la portata. Avete mai sentito il detto “buy on the rumour and sell on the news”? Esprime in inglese esattamente questo concetto. I prezzi si muovono sulle anticipazioni, non sul verificarsi di eventi previsti.

Altro errore comune consiste nello scandire il tempo di un investimento nell’anno solare. Dal punto di vista dei fondamentali non esiste alcuna differenza tra un asset alla data del 31 dicembre o all’1 gennaio. Un’azienda non cessa di operare alla mezzanotte di San Silvestro e non riapre i battenti un attimo dopo. Trattasi di una convenzione umana, che siamo portati spesso ad applicare ai nostri ragionamenti di natura finanziaria. Il fatto che un asset sia andato male nell’anno che sta per finire, non significa che dall’1 gennaio farà meglio.

I fondamentali che influiscono sui suoi prezzi restano identici. E lo stesso per gli asset che sono andati bene.

I mercati non festeggiano Capodanno

I cicli economici non hanno date certe che coincidono con le nostre scadenze convenzionali. E generalmente hanno una durata pluriennale. Vero è, invece, che negli ultimissimi mesi dell’anno gli investitori istituzionali tendono a chiudere i loro libri ordini in vista della riapertura a gennaio, quando ripartono con i nuovi budget. Per questo la liquidità sui mercati tende a contrarsi a novembre e dicembre per crescere nei primi mesi dell’anno nuovo. Ed è per questo che governi, banche e aziende tendono a concentrare le rispettive emissioni obbligazionarie o anche azionarie nella prima parte.

Errori di investimento a fine anno: l’ansia di dover fare qualcosa

Come correggere gli errori di investimento a fine anno? Attenendosi alla razionalità. Le luci delle città in festa non devono indurci a pensare che si stia per concludersi un ciclo e che se ne stia aprendo un altro. Bisogna ragionare caso per caso, asset class per asset class. La calma è anche in questo caso una virtù. Rifuggiamo dall’idea che dobbiamo per forza fare qualcosa solo perché sta per finire l’anno. A volte, l’inazione è la cosa più saggia. Non significa essere privi di idee, semmai avere la lucidità per entrare o uscire dal mercato nel momento giusto e non per pura fretta dettata dall’ansia di dover fare qualcosa. Non è immobilismo, ma scegliere di aspettare quando il vantaggio non è evidente.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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