Il tema del limite contante torna a occupare un posto centrale nel confronto politico ed economico in vista della Legge di Bilancio 2026. Un emendamento presentato dalla maggioranza propone, infatti,, di innalzare la soglia massima per i pagamenti in denaro contante, portandola dagli attuali 5.000 euro a 10.000 euro. La misura, che riguarda sia i cittadini sia le imprese, ha riacceso un dibattito acceso tra favorevoli e contrari, con posizioni molto distanti tra loro.
La proposta arriva dal principale partito di governo e si inserisce in un percorso già avviato negli ultimi anni. Alla fine del 2022, infatti, l’attuale presidente del Consiglio aveva sostenuto un primo intervento sul limite dei pagamenti cash, aumentando la soglia da 2.000 a 5.000 euro.
Ora l’obiettivo sarebbe quello di raddoppiare nuovamente il tetto, consentendo transazioni in contanti fino a 10.000 euro.
Aumento limite contante: la posizione di maggioranza e opposizione
Secondo l’esecutivo, l’innalzamento del limite contante dal 2026 non produrrebbe effetti negativi sul contrasto all’evasione fiscale. La maggioranza sostiene che la diffusione degli strumenti di pagamento elettronici e i controlli già esistenti rendano questa scelta neutra dal punto di vista della legalità fiscale. In quest’ottica, la misura viene presentata come un intervento volto a garantire maggiore libertà nei pagamenti e a semplificare alcune operazioni economiche, soprattutto per determinate categorie di cittadini e operatori.
Di segno opposto, invece, le valutazioni delle forze di opposizione. Le critiche si concentrano soprattutto sul contesto italiano, caratterizzato da un’economia sommersa ancora rilevante e da una presenza radicata della criminalità organizzata. Secondo questa linea di pensiero, aumentare la soglia per l’uso del contante rischierebbe di facilitare comportamenti illeciti, premiando chi tenta di sottrarsi al fisco e rendendo più agevoli anche operazioni di riciclaggio di denaro.
Il timore è che una soglia più elevata possa indebolire gli strumenti di tracciabilità dei pagamenti, considerati fondamentali per contrastare fenomeni come evasione e finanziamento di attività criminali. Per questo motivo, il progetto di riforma viene giudicato da molti come un passo indietro nella lotta all’illegalità economica.
Cosa dice la normative UE
Nel dibattito entra anche il quadro normativo europeo, spesso richiamato a sostegno o a critica della proposta. In passato, la Corte dei Conti ha chiarito che non esiste un obbligo uniforme a livello dell’Unione europea in materia di soglie per l’uso del contante. Ogni Stato membro ha la possibilità di fissare autonomamente il proprio limite, purché la scelta sia coerente con la situazione interna e con la diffusione dei fenomeni criminali.
Un passaggio importante in questo senso risale al 2024, quando il Consiglio dell’Unione europea e il Parlamento europeo hanno approvato un pacchetto di norme per contrastare il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo, confluite nel regolamento 2024/1624. Il testo stabilisce che chi vende beni o offre servizi può accettare pagamenti in contanti fino a un importo massimo di 10.000 euro, anche nel caso di operazioni frazionate.
Questo valore, tuttavia, rappresenta un tetto massimo e non un obbligo per i singoli Paesi.
Il regolamento chiarisce, infatti, che gli Stati membri restano liberi di adottare limiti più bassi, previa consultazione della Banca centrale europea. Inoltre, l’entrata in vigore completa della disciplina è prevista per il 2027, lasciando spazio a decisioni nazionali differenziate nel periodo precedente.
Limite contante a 10.000 euro: la discussione resta aperta
Alla luce di queste premesse, la proposta italiana di innalzare il limite contante a 10.000 euro si colloca formalmente entro i confini fissati dall’Unione europea, ma solleva interrogativi sulla sua opportunità concreta. Il punto centrale del confronto non riguarda tanto la legittimità della scelta, quanto i suoi possibili effetti sull’economia reale e sulla capacità dello Stato di contrastare l’illegalità.
Il tema resta, quindi, aperto e destinato a far discutere ancora a lungo. Da un lato, c’è chi vede nell’aumento della soglia un segnale di fiducia nei confronti dei cittadini e del sistema economico. Dall’altro, c’è chi teme che una maggiore circolazione di contante possa indebolire gli argini contro evasione e criminalità. La decisione finale spetterà al Parlamento, chiamato a valutare se l’innalzamento del limite contante rappresenti un’opportunità o un rischio per il Paese.
Riassumendo
- La Manovra 2026 propone di innalzare il limite contante fino a 10.000 euro.
- La maggioranza esclude effetti negativi su evasione fiscale e legalità dei pagamenti.
- L’opposizione teme favori a evasione, riciclaggio e criminalità organizzata.
- L’Italia aveva già aumentato la soglia del contante nel 2022.
- L’Unione europea fissa solo un tetto massimo, non un obbligo uniforme.
- Gli Stati possono adottare limiti inferiori in base al contesto nazionale.