Aumento dei requisiti per andare in pensione oppure blocco degli aumenti nella legge di Bilancio? L’esame della manovra prosegue in Commissione al Senato. Gli emendamenti presentati sono numerosi e, tra questi, il più discusso è senza dubbio quello della Lega sulle pensioni e sull’inasprimento dei requisiti dal 2027.
Il Carroccio continua a insistere sul proprio cavallo di battaglia: cancellare l’aumento di tre mesi previsto per il 2027. Ma sull’argomento arriva una novità importante: il progetto resta in piedi, anche se con ogni probabilità non sarà inserito nella manovra di quest’anno. A dirlo è il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon.
Età pensionabile, cosa è successo fino ad oggi
L’età pensionabile deve crescere perché cresce l’aspettativa di vita degli italiani. Sul meccanismo poco da discutere: la sostenibilità del sistema impone questo adeguamento. Tutti lo riconoscono, tranne la Lega, potremmo dire.
Se la vita media aumenta, le pensioni devono slittare in avanti. È già accaduto nel 2019, quando l’incremento di 5 mesi portò l’età pensionabile da 66 anni e 7 mesi a 67 anni.
Il meccanismo, fissato dalla riforma Fornero con aggiornamento biennale, prevede ulteriori incrementi nel biennio 2027-2028, dopo anni di stallo dovuti al calo dell’aspettativa di vita durante la pandemia.
Secondo i dati ISTAT, nel 2027 dovrebbe scattare un aumento di 3 mesi, portando il requisito dei 67 anni a 67 anni e 3 mesi. Tuttavia, il governo ha già deciso di procedere in maniera più morbida:
- +1 mese nel 2027 (da 67 anni a 67 anni e 1 mese);
- +2 mesi nel 2028, tornando così ai 67 anni e 3 mesi previsti dal meccanismo.
Requisiti pensioni: 3 mesi in meno per andare in pensione, ecco il progetto
La Lega ha promesso anche nel suo programma elettorale il blocco dell’aumento dei requisiti.
Anzi, l’obiettivo dichiarato era quello di sganciare completamente l’età pensionabile dall’aspettativa di vita.
L’emendamento ora all’esame della Commissione Bilancio del Senato mira proprio a questo: sterilizzare gli aumenti. Si tratta dell’ultima occasione utile per inserire il provvedimento in manovra, perché dopo l’approvazione del Senato il testo arriverà alla Camera già “blindato”, senza più possibilità di modifiche.
Per il giorno 16 dovrebbe arrivare la decisione definitiva. Tuttavia, lo scetticismo è elevato, come confermano le parole di Durigon nell’intervista rilasciata a La Stampa di Torino: secondo il sottosegretario, il blocco dell’aumento non avverrà nella manovra 2025, ma nel 2026.
In pratica, tutto rimarrà come previsto nella bozza attuale:
- +1 mese nel 2027,
- +2 mesi nel 2028,
per raggiungere i 67 anni e 3 mesi fissati dal meccanismo automatico.
Ma, secondo il progetto leghista, nel 2026 uno degli interventi prioritari del governo sarà proprio il tanto atteso blocco degli aumenti dei requisiti pensionistici.