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Oggi: 06 Dic, 2025

Pensioni con solo 5 anni di contributi: Ecco il trattamento per precari e lavoratori discontinui

Andare in pensione con 5 anni di contributi, ecco la soluzione che anche nel 2026 sarà valida e per chi è indicata.
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pensione 5 anni di contributi.
Foto © Licenza Creative Commons

Per andare in pensione servono almeno 20 anni di contributi. Questa è una certezza nel sistema previdenziale italiano. Così come oggi i 67 anni di età rappresentano il limite anagrafico per la pensione, allo stesso modo i 20 anni costituiscono la carriera minima necessaria per accedervi.

Ma ogni carriera più corta di 20 anni è praticamente inutile? La domanda sorge spontanea. Se è vero che per andare in pensione occorrono almeno 20 anni di versamenti, è altrettanto vero che chi ha versato 10, 11, 12 o persino 19 anni di contributi, di fatto rischia di aver gettato via dei soldi.

Nel sistema pensionistico italiano esistono infatti i cosiddetti contributi silenti. Versamenti effettuati ma mai trasformati in pensione, contributi che non completano il loro ciclo di vita.

Eppure, come vedremo oggi, esiste una consistente fetta di contribuenti che, ora come nel 2026, potrà andare in pensione anche con solo 5 anni di contributi versati.

Ai contributivi una pensione inaspettata, ecco perché bastano 5 anni di contributi

Il fatto che ci sia chi, pur avendo accumulato fino a 19 anni di contributi, debba rinunciare alla pensione perché non raggiunge la soglia minima prevista dal sistema, è purtroppo un dato di realtà. Non c’è nulla da fare per chi ha iniziato a versare in epoca retributiva.

Significa che per chi ha il primo accredito contributivo prima del 1996 non esiste la possibilità di andare in pensione se non raggiunge almeno 20 anni di contribuzione. Al contrario, per chi ha iniziato la carriera dopo quella data esiste la possibilità di andare in pensione con la vecchiaia contributiva. Una misura che consente, caso più unico che raro, di andare in pensione anche con soli 5 anni di contributi.

L’unica controindicazione di una misura così favorevole dal punto di vista dei requisiti riguarda l’età anagrafica. Si tratta infatti di una prestazione che può essere percepita soltanto a partire dai 71 anni. Resta comunque una vera scialuppa di salvataggio per quanti, raggiunti i 71 anni, possono sfruttare questa opportunità evitando di lasciare contributi inutilizzati, come invece accade nel sistema retributivo.

E anche prima dei 71 anni per le donne

È chiaro che non bisogna aspettarsi importi elevati, dato che parliamo di una prestazione ottenibile anche con soli 5 anni di versamenti. Essendo una pensione interamente contributiva, l’importo dipende dall’ammontare dei contributi accreditati: più contributi si versano, maggiore sarà la pensione.

Anche nel 2026, quindi, a 71 anni sarà possibile usufruire di questa forma pensionistica che altrimenti rimarrebbe preclusa. E per le donne, trattandosi di una misura contributiva, valgono i consueti vantaggi legati alla maternità.

Per loro, infatti, la pensione di vecchiaia contributiva con soli 5 anni di contribuzione può essere ottenuta anche a 69 anni e 8 mesi. Ciò grazie allo sconto riconosciuto per i figli: 4 mesi per ciascun figlio, fino a un massimo di 16 mesi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.