La pensione di vecchiaia è la principale misura di pensionamento presente in Italia. È con questa prestazione che assume rilievo quella che viene definita età pensionabile. Con la pensione di vecchiaia, infatti, i contribuenti italiani possono andare in quiescenza una volta raggiunti almeno 20 anni di contributi e l’età prevista. Si tratta di una misura ordinaria, una componente strutturale del sistema pensionistico italiano.
Variazioni su questo istituto sono introdotte di rado. Per il 2026 non sono previste novità normative: la pensione di vecchiaia resta invariata di anno in anno, almeno finché non si applica il meccanismo della speranza di vita, che — sulla base dei dati ISTAT — può determinare un aumento dell’età pensionabile ogni due anni.
Tuttavia, pur essendo una misura stabile e generalmente priva di modifiche rilevanti, qualche cambiamento da un anno all’altro può sempre verificarsi. Anche piccole variazioni, infatti, possono consentire a un contribuente di anticipare l’uscita dal lavoro o, al contrario, costringere altri a prolungare l’attività lavorativa.
Dal 2027 aumenta l’età pensionabile, ma nel 2026 tutto resta fermo ai requisiti di oggi
La pensione di vecchiaia, e in particolare l’età pensionabile, è stata al centro del dibattito negli ultimi mesi e continua a esserlo. L’attenzione si concentra soprattutto su ciò che accadrà dal 2027, anno in cui scatteranno gli aumenti previsti.
Nel 2027 l’età pensionabile salirà di un mese, passando da 67 anni a 67 anni e 1 mese. Nel 2028 l’incremento sarà di ulteriori due mesi. Tutto dipende dall’adeguamento della previdenza alla speranza di vita della popolazione: più a lungo vivono gli italiani, più si innalza l’età di accesso alla pensione.
Si tratta di un meccanismo introdotto dai primi governi Berlusconi e poi confermato dalla legge Fornero con cadenza biennale.
Nel 2026, però, nessun cambiamento: saranno sufficienti gli attuali 67 anni di età. I requisiti resteranno identici, anche se per alcuni contribuenti il 2026 introdurrà comunque una piccola variazione, potenzialmente molto significativa.
Pensione di vecchiaia 2026: la guida, le novità e i requisiti
Per il 2026 non ci saranno modifiche ai requisiti: si potrà accedere alla pensione di vecchiaia con almeno 67 anni di età e 20 anni di contributi accreditati a qualsiasi titolo (obbligatori, figurativi, volontari o da riscatto).
Per chi ha il primo accredito contributivo successivo al 31 dicembre 1995 — i cosiddetti contributivi puri — è necessario soddisfare anche un ulteriore requisito: l’importo della pensione deve essere almeno pari all’assegno sociale.
Ed è proprio la variazione dell’assegno sociale 2026 che determinerà un cambiamento per questi contribuenti. L’assegno sociale, infatti, aumenterà dell’1,4% in base al tasso di inflazione 2025 stabilito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nel decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 novembre.
Per accedere alla pensione di vecchiaia come contributivi puri non si dovrà più considerare la soglia di 538,69 euro, ossia l’importo dell’assegno sociale 2025, ma la nuova soglia aggiornata a 546,23 euro.
Un aumento minimo, ma essenziale per chi rientra nel sistema contributivo puro e deve verificare con attenzione il requisito dell’importo minimo.