Indiscrezioni, dichiarazioni, emendamenti, proposte e chi più ne ha più ne metta. Sulla rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali la partita non è ancora chiusa. È vero che il provvedimento è stato inserito nella bozza della legge di Bilancio, ed è altrettanto vero che sono trapelate date di presentazione delle domande e scadenze, tanto che tutto sembra ormai definito. Ma, durante il passaggio parlamentare della manovra, sulla rottamazione c’è ancora molto che può accadere. La rottamazione quinquies può infatti cambiare ancora.
Rottamazione quinquies può cambiare ancora, ecco le novità
Non c’è pace per la rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali perché, almeno finché il provvedimento non sarà messo nero su bianco in una manovra di Bilancio definitivamente approvata, molte cose possono ancora cambiare.
Sembrava certa la soluzione delle 108 rate mensili, e invece le rate sono diventate 54 bimestrali. Tutto lasciava presagire una maggiore flessibilità sulla decadenza – come quella prevista per i piani ordinari con tolleranza fino a 8 rate – e invece si è passati a una decadenza già dopo due rate saltate, anche non consecutive.
Adesso, però, le possibili variazioni possono andare oltre: basti pensare alle ultime dichiarazioni del Viceministro Leo, oppure agli emendamenti presentati anche dalla maggioranza, per capire che siamo davanti a una materia ancora in evoluzione.
Rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali, ecco come funziona adesso
La rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali è contenuta nell’articolo 23 della bozza della legge di Bilancio 2026. Una bozza non è altro che un testo provvisorio e quindi modificabile: finché non sarà approvata dalle due Camere, la manovra potrà subire ulteriori cambiamenti, e lo stesso vale per la rottamazione.
Oggi la misura riguarda tutti i debiti dei contribuenti affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023.
Come di consueto, con la rottamazione vengono eliminati interessi, sanzioni e aggi di riscossione. Secondo quanto emerge dal testo, le domande dovrebbero partire a inizio anno e scadere il 30 aprile 2026. Il pagamento della prima rata – o della rata unica, a scelta del contribuente – sarebbe fissato al 31 luglio 2026.
Le rate, come detto, sarebbero bimestrali, distribuite su 9 anni per un totale massimo di 54 rate, con un importo minimo di 100 euro.
Ecco alcuni correttivi auspicabili alla sanatoria 2026
Le modifiche più attese riguardavano la decadenza, che scatta dopo soltanto due rate non pagate. Rendere più flessibile la permanenza nel beneficio sarebbe stato utile a molti, ma per ora non se ne parla. Allo stesso modo, non è prevista alcuna tolleranza sui ritardi: nella rottamazione quater erano concessi 5 giorni lavorativi oltre la scadenza, mentre nella quinquies questa possibilità sembra assente.
Cosa potrebbe cambiare ancora per la rottamazione quinquies?
Cosa può cambiare ancora sulla rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali?
La Lega, attraverso alcuni emendamenti, ha tentato di eliminare alcune esclusioni presenti nella bozza, ma assenti nelle precedenti sanatorie. Tra queste, i carichi provenienti dagli avvisi di accertamento, che attualmente resterebbero fuori dalla misura, ma che probabilmente verranno reinseriti.
Un’altra possibile novità riguarda chi sta già pagando la rottamazione quater. A oggi, questi contribuenti non possono aderire alla quinquies per le stesse cartelle già incluse nella precedente sanatoria, pur essendo quest’ultima meno favorevole.
Concedere questa opzione potrebbe essere uno dei correttivi introdotti.
Infine, uno dei punti più delicati della nuova rottamazione riguarda gli interessi sulle dilazioni a 54 rate. Solo la prima rata è senza interessi; dalla seconda in poi, il debito – già ridotto da sanzioni, aggi e interessi di ritardata iscrizione a ruolo – si carica di interessi di dilazione. Nella bozza, questi interessi sono fissati al 4%. Una possibile modifica sarebbe la discesa al 3%, un cambiamento che renderebbe la misura più sostenibile.